Arco degli Acetari

Uno dei luoghi più magici di Roma, eppure quasi sconosciuto! Così vicino a piazze e vie frequentatissime, eppure così nascosto ed appartato! Una vera e propria oasi! Un piccolo paradiso silenzioso, appartato e magico! L'arco (ed il cortile) degli Acetari! Un cortile silenzioso ed autentico, sfuggito miracolosamente ai vari rinnovamenti urbanistici ed edilizi del rione. Si trova a pochi passi da Campo de’ Fiori ed è un luogo che non potete davvero perdere!

Questa zona di Roma conserva ancora parecchi luoghi ‘autentici’, dove il tempo sembra essersi fermato; dove la modernità sembra proprio non essere arrivata. Ma questo è sicuramente il più bello!

Per arrivarci dovete percorrere via del Pellegrino, una delle vie più belle di Roma, e diciamo che l’arrivo all’Arco degli Acetari sarà un po’ la ciliegina sulla torta! Giunti all’altezza del maestoso e storico Palazzo della Cancelleria, in corrispondenza del civico 19 troverete un arco. A dire il vero, passando di lì si ha più la sensazione che si tratti di un androne di palazzo (ed è per questo, probabilmente, che alla maggior parte delle persone il cortile sfugga!) ma poi, accedendo, ci si rende presto conto che sia molto ma molto di più! In effetti, una volta entrati, si ha ben presto la sensazione di trovarsi uno snodo spazio-temporale! È veramente come attraversare un magico "passaggio nello spazio-tempo" e, una volta superato l'arco vero e proprio, ci si ritrova in uno slargo medievale che conduce al cortile vero e proprio! La vista è incredibilmente suggestiva ed inaspettata: miracolosamente risparmiato dai molteplici rinnovamenti edilizi di epoche successive, davanti ai nostri occhi compare un cortile con piccole case dai colori squillanti e tante scalette per raggiungerle! Sembra davvero di entrare in un'altra dimensione ed io adoro particolarmente il ‘contrasto’ che c’è tra il sontuoso Palazzo della Cancelleria (che si trova proprio davanti all’arco di accesso) e l’umile ma pittoresco e suggestivo cortile.

La piccola corte è chiusa su tutti i lati da case. Anche se inevitabilmente alterate, esse conservano ancora un carattere fortemente medioevale! E ciò lo si nota soprattutto nelle scale esterne! (Una volta molto presenti a Roma esse ricordano molto quelle che, ancora oggi, si possono ammirare nei centri storici dei piccoli borghi del Lazio. Comunque, è soprattutto la prima che si incontra, quella con le colonne antiche di reimpiego, quella che ha conservato l’aspetto tipico delle scale esterne romane medievali). E anche per la presenza degli elementi di spoglio, cioè dal reimpiego di antichi pezzi architettonici romani. Tale uso è tipico della Roma medievale ed il fenomeno inizia dal XII secolo (clicca qui per approfondimento).

Accedendo al cortile noterete subito due colonne sulla sinistra, e poi vedrete anche un'architrave. E, nel cortile, se guarderete bene, noterete che una delle scale di accesso alle abitazioni possiede scalini che sono, in realtà, degli antichi marmi romani!

Ma, oltre a tutto questo, ciò che sempre ed inevitabilmente colpisce chi viene la prima volta – ma anche tutte le altre, anche dopo mille volte! – sono anche e soprattutto quei magnifici e suggestivi caldi intonaci color ocra e rosso, le persiane e le piante ed i panni stesi che si amalgamano in una maniera incredibile, in una maniera che si può vedere (ed amare) solo a Roma! E poi, ovviamente, anche la magnifica ed immancabile presenza di gatti assonnati e sornioni. Ma, spesso, anche di lavoratori! Lavoratori che hanno qui magazzini delle loro attività in Campo de’ Fiori e zone limitrofe. Insomma, architettura, natura, animali ed esseri umani si fondono e creano un luogo oltremodo pittoresco. L’Arco degli Acetari è davvero un luogo da non perdere!

Ma perché si chiama così? Beh, a dire il vero – come non di rado succede a Roma – non si conosce esattamente il motivo! Probabilmente la ragione è che qui c’era un tempo una ‘base’ di venditori di acqua acetosa (acetosari). Un loro magazzino. Da qui essi partivano per vendere la loro ‘acqua speciale’ in giro per Roma e nei suoi mercati, soprattutto in quello di Campo de' Fiori, situato a poca distanza da qui.

Ma cos'è l'acqua acetosa?! Beh, se avete frequentato Roma nord, più esattamente la zona dei Parioli, avrete probabilmente già sentito questo nome! In effetti, da quelle parti c'è una bellissima fontana seicentesca, dalla quale sgorga, appunto, acqua acetosa, cioè ferruginosa. Un’acqua dal leggero sapore acidulo, amatissima dai romani di ogni epoca, e che era oltretutto considerata curativa per le malattie dei reni, stomaco, milza e fegato.

La fontana fu fatta costruire nel 1619 da papa Paolo V, che amava particolarmente quest’acqua, e che incaricò del progetto l'architetto Giovanni Vasanzio. Essa fu poi fatta ristrutturare e decorare da papa Alessandro VII nel 1661, su progetto del pittore Andrea Sacchi e disegni architettonici di Marcantonio De Rossi. Ovviamente la fonte era preesistente a tali interventi di monumentalizzazione.

Come già accennato, l'acqua ferruginosa (che i romani chiamavano, appunto acqua acetosa) ha sempre avuto un grandissimo successo a Roma (ma fu amata anche dagli stranieri, anche celebri ed importanti!). Era talmente amata che esistevano venditori di essa che giravano la Città. Ed erano davvero molto utili: facevano risparmiare tempo e fatica ai romani che non volevano arrivare fino alla zona della fontana che, ai tempi, molto più di oggi, era ben lontana dal centro abitato!

Oggi, purtroppo, quest’acqua non è più potabile: è stata dichiarata tale nel 1959 a causa del forte inquinamento della falda di alimentazione causato dalle infiltrazioni dalle fogne e dagli scoli delle numerose abitazioni sorte ai Parioli in epoca moderna. E pensare che un'analisi chimica effettuata intorno al 1940 l'aveva catalogata come una delle migliori acque litiose d'Italia!

Comunque, è anche possibile che il termine "Acetari" derivi solo da una bevanda a base di acqua, zucchero e aceto. Come mai i romani la bevevano? Probabilmente perché, ‘trattata’ così era più ‘sicura’! Bisogna tenere a mente che, un tempo, l'acqua comunemente bevuta dai romani era quella...del Tevere! Dopo averla attinta, la si lasciava ‘riposare’ per far depositare le impurità ma, ovviamente, il sistema non era del tutto sicuro! Ecco, insomma, il perché della presenza dell'aceto: per sanificare l'acqua.