Chiesa del Gesù

La Chiesa del Gesù (il suo nome completo è Chiesa del Santissimo Nome di Gesù all’Argentina) è la chiesa madre dei Gesuiti (Compagnia di Gesù - in latino Societas Iesu), importantissimo Ordine religioso, fondato da sant’Ignazio da Loyola nel 1540.

L’ordine fu una sorta di fedele ed efficientissimo ‘braccio destro’ del Papa e della Chiesa nel educare al Cristianesimo il popolo e, soprattutto, nel riguadagnare i protestanti alla fede cattolica. E anche ‘riprendersi definitivamente’ i cattolici un po’ dubbiosi. Furono, inoltre, grandissimi missionari: quasi leggendarie sono le loro missioni in America, in Africa e, soprattutto, in Asia. Soprattutto in Cina dove, solo per ragioni 'politiche' la Cina non divenne cattolica in seguito a un loro importantissimo lavoro.

I gesuiti professavano i voti di castità, obbedienza e assoluta sottomissione al volere papale.

Già nel 1551 Ignazio di Loyola si era attivato per la costruzione della chiesa ed il Papa Paolo III Farnese aveva donato al nuovo Ordine il terreno sul quale sorgerà la Chiesa del Gesù. In quei tempi Paolo III viveva a Palazzo Venezia (era residenza pontificia), proprio lì vicino, ed offrì ai primi gesuiti la cappella, vicina alla sua residenza, che si trovava sull'attuale sito della chiesa.

Per il progetto venne inizialmente interpellato addirittura Michelangelo ma mancavano i fondi e così i lavori della chiesa iniziarono dopo la morte di Ignazio, nel 1568, quando il Generale della Compagnia era Francesco Borgia (fu Generale dal 1565 al 1572). Fu il nipote di papa Paolo III, il ricchissimo e potentissimo cardinale Alessandro Farnese, a costituire un fondo per la costruzione. Ed egli impose anche il proprio architetto di fiducia: il Vignola. La soluzione architettonica della Chiesa del Gesù fu pensata con l'aiuto dell'architetto gesuita Giovanni Tristano e si impose come modello vincente in epoca di Controriforma.

La Chiesa del Gesù a Roma è il modello della nuova chiesa controriformata: lunga aula longitudinale destinata ai fedeli e altare in forte evidenza. La navata deve essere una sorta di proscenio per la funzione religiosa. Tutta l’attenzione deve essere concentrata sull’altare. È l'edificio che maggiormente incarna i principi della Controriforma.

La soluzione architettonica della Chiesa del Gesù è il moedllo in epoca di Controriforma. È modellata in riferimento alle rinnovate esigenze liturgiche che facevano dell'altare il fulcro della funzione religiosa e che miravano a sottolineare la distanza fra il sacerdote e i fedeli, secondo una tendenza che conformerà in quegli anni quasi tutti i luoghi di culto.

L'edificio si presenta con pianta longitudinale, una grande aula a un'unica navata, coperta da una volta a botte, che si conclude con un'abside a pianta semicircolare sull'esempio della basilica di Sant'Andrea dell'Alberti a Mantova.

L'unica vasta navata - capace di accogliere una grande moltitudine di fedeli ed esemplare, perciò, ai fini della predicazione - è affiancata da cappelle che mancano in corrispondenza del presbiterio, dove l'aula sembra dilatarsi in un corto transetto. Il presbiterio è coperto da una cupola emisferica su alto tamburo finestrato.

La serie di cappelle laterali, dalla forma circolare e scarsamente illuminate, sono pensate per favorire la meditazione dei fedeli. I Gesuiti hanno espressamente comunicato al Vignola di volere una chiesa a navata unica, senza navatelle laterali. Si tratta di una grande innovazione, soprattutto per Roma, dove si era praticamente sempre rispettata la tradizione, risalente addirittura all’età costantiniana, di edificare chiese con almeno tre navate (se non cinque!).

La zona absidale è costituita da un ampio presbiterio e da due cappelloni laterali che vanno a formare quasi una sorta di transetto; il tutto è sovrastato da una cupola sul cui tamburo si aprono ampie finestre, che proiettano luce sull'altare. Nei due cappelloni laterali sono le tombe dei due "grandi gesuiti": il fondatore, Sant'Ignazio e San Francesco Saverio, instancabile missionario in Oriente.

L'effetto d'insieme conferisce forte risalto all'abside e fa dell'enorme aula longitudinale, riservata ai fedeli, il luogo deputato per il raccoglimento e la preghiera.

Il Vignola, del resto, aveva ricevuto precise istruzioni per la progettazione da parte della Compagnia di Gesù, che si raccomandava affinché:

«il dissegno de la chiesa sia tale [...] che venghi ben proporzionata [...] et sia la chiesa non di tre navate, ma di una sola con cappelle da una banda (lato, parte) et da l'altra [...] et che si habbia da coprir di volta et non altramente».

 

Vignola aveva ideato anche la facciata, ma al suo progetto viene preferito quello dell'architetto di origine genovese Giacomo Della Porta (1533-1602), che propone una struttura semplice, ripartita su due ordini raccordati da volute angolari, e culminante in un frontone.

Egli modificò il progetto di Jacopo per la facciata tenendo presente un'altra opera albertiana, la facciata della basilica fiorentina di Santa Maria Novella, in particolare nel raccordo a volute delle due porzioni più basse dell'edificio (corrispondenti alle cappelle laterali) con l'unica navata.

Lì dove Vignola era riuscito ad armonizzare la parte superiore con quella inferiore tramite un'orditura regolare di colonne e paraste (su piedistallo quelle del secondo ordine), l'intervento di della Porta appiattisce la facciata in quanto moltiplica gli elementi verticali senza che però vi sia più corrispondenza fra il registro superiore e quello inferiore.

Il Vignola, inoltre, avrebbe voluto sottolineare anche esternamente l'importanza della navata dando alla porzione di facciata che le corrisponde un aggetto maggiore rispetto al piano arretrato delle cappelle laterali. Inoltre, il portale centrale e il sovrastante finestrone avrebbero dovuto aggettare ulteriormente, come per venire simbolicamente incontro ai fedeli. Della Porta, invece, riconduce ogni aggetto quasi a un'unica superficie, rendendo illeggibile la composizione gerarchica dei piani desiderata da Vignola.

Ciononostante la Chiesa del Gesù costituì per moltissimi anni l'esempio di edificio di culto più imitato, tanto più che i Gesuiti ne esportarono il modello in tutta Europa e anche nell'America centro-meridionale, cioè in tutte le terre di missione.

 

Alla morte di Alessandro Farnese (1589), la decorazione interna della Chiesa del Gesù era soltanto agli inizi. E' importante ricordare che i Gesuiti consideravano l'immagine come un importante veicolo di insegnamento religioso e anche come spunto di meditazione; e forse per tale motivo il padre gesuita Giuseppe Valeriano interviene direttamente nell'elaborazione di alcuni dipinti dell'apparato decorativo interno, facendosi affiancare da pittori professionisti, come Scipione Pulzone da Gaeta detto il Gaetano (1550-1598). (clicca qui per approfondire l'argomento "Arte e Controriforma")

Il frutto di questo connubio viene testimoniato dalla Assunzione della Vergine, nella Cappella della Madonna della strada, che presenta caratteri di meditata astrazione formale: non esistono elementi di disturbo, tutto è estremamente sobrio e ridotto alla pura descrizione. Gli angioletti dalle fisionomie identiche sono semplicemente gioiosi, senza alcuna implicazione scherzosa; la Madonna ha un'aria estatica e beata senza nessuna vena di sensualità; non vi sono citazioni dirette dagli esponenti della Maniera moderna, semmai il tono è decisamente arcaicizzante.

Queste caratteristiche emergono ancora di più nelle opere autonome del Pulzone, come nella Sacra Famiglia, vero e proprio esempio di ciò che è stato definito dalla critica "arte senza tempo": cioè un'arte all'apparenza priva di contesto storico e caratterizzata soltanto da una calcolata unione di elementi stilistici atti a suscitare, nell'osservatore, sentimenti pietistici o meditazione religiosa.

Questo tipo di pittura contribuisce notevolmente al superamento della fase tarda della Maniera, orientando il linguaggio verso un classicismo devozionale in linea con i dettami della committenza religiosa.