Dioniso

Dioniso è un "personaggio" chiave, un dio veramente molto importante. Lo troviamo spessissimo nei musei ed è molto importante conoscerlo bene (ed i suoi "amici" o membri del suo "seguito") per capire davvero le statue e cosa sottendono e vogliono significaare e ricordare.

Figlio di Zeus e della mortale Semele, è il dio dell'esuberanza vitale e della gioia, connesso al consumo del vino, mezzo per raggiungere lo stato di estasi necessario a conseguire la felicità.

Ai suoi riti erano ammessi tutti, uomini e donne, trascinati da uno stato di esaltazione, una specie di follia divina che li porta in luoghi aperti a immergersi nella natura. 
I più antichi spettacoli teatrali celebravano le vicende mitologiche del dio: gli autori antichi raccontano che sulle gradinate il pubblico, agitato e piuttosto indisciplinato, partecipava applaudendo, gridando o battendo rumorosamente i piedi per espri mere approvazione o disappunto nei confronti degli attori.

Dioniso poteva regalare la vita eterna dopo la morte; infatti lo si trova raffigurato spesso nei sarcofagi romani.

Nel suo seguito - oltre agli immancabili menadi e satiri - ci sono spesso tigri e pantere perché sono animali dalla pelle..."psichedelica"! Eh sì, gli antichi ritenevano che il loro manto screziato ricordava le visioni 'alterate' dei seguaci di Dioniso ebbri e, soprattutto, delle menadi e dei satiri storditi dall' ebbrezza dell' alcool! Ma anche storditi dalla musica, suonata soprattutto da flauti e tamburelli.

Attributo di Dioniso e dei suoi seguaci è il tirso, bastone rituale sormontato da una pigna. È simbolo della forza vitale del dio che viene installata nella vegetazione, negli animali e negli uomini.

Ditirambo

Il canto corale in onore di Dioniso ove si uni vano musica, poesia e danza.

Satiro

Figura maschile mitica, seguace di Dioniso al quale è associato per l'incontenibile slancio vitale che si esprime nella sfrenata sessualità, nell'amore per il vino e per la musica.

Testo

Menade

Seguace del culto orgiastico di Dioniso, du rante il quale essa si abbandona a canti e danze sfenate, correndo sui monti e sbranando piccoli animali.