Horti Macenatis, gli Orti di Mecenate

"Ora sull'Esquilino risanato si può abitare e passeggiare al sole sui bastioni, dove con raccapriccio allora si vedeva biancheggiare d'ossa la terra deso lata", proprio qui, "dove un tempo gli schiavi face vano portare in casse miserevoli i cadaveri dei compagni gettati fuori dalle loro celle anguste; qui si trovava l'ossario comune dei derelitti" (Hor. sat. I, 8). Immagini forti e toni foschi, cui Orazio ricorre per celebrare l'opera dell'amico Mecenate che trasformò un triste e cupo sepolcreto da luogo di morte a giardino di delizie.

Mecenate fa costruire una magnifica residenza luogo come segno di rinascita, li dove i romani seppelli vano i loro morti da tempo immemorabile, in una vasta necropoli che dalle prime attestazioni risa lenti al IX secolo a.C. offre testimonianze ininter rotte fino alla tarda età repubblicana (fig.)

Qui, all'esterno dell'aggere serviano - dove ora, dice Orazio, si può passeggiare e godersi il sole - dovevano trovarsi il cimitero dei poveri, i famosi puticuli ricordati dalle fonti che servivano da fos se comuni, il luogo delle esecuzioni capitali dei più derelitti, l'immondezzaio pubblico che si cer cò di regolamentare con un decreto iscritto su cippi posti da un magistrato di nome Lucio Sentio (CIL VI, 31614, 31615) all'inizio del I secolo a.C. a delimitare un'area sacra a ridosso delle mura.

Secondo la testimonianza di Orazio (sat. 2, 6, 32 s.), questa spettacolare trasformazione dalle atras Esquilias ai giardini di delizie, è dovuta a Mecenate che, nella seconda metà del I secolo. a.C., fu l'iniziatore della complessa operazione di recupero urbanistico dell'Esquilino, che vide la riconquista di un intero settore della città situato immediatamente fuori dalla cerchia delle antiche mura serviane, a ridosso del centro monumenta le e la sua destinazione a residenze di lusso. Mecenate creò infatti i suoi horti su un vasto ter reno che comprendeva spazi all'interno e al l'esterno delle mura - e che anzi ne annullava la funzione difensiva inglobando le mura all'interno delle nuove costruzioni - e coprendo l'antico sepolcreto con uno spesso strato di terra. Naturalmente, l'ambizioso programma urbani stico che vedeva il recupero dell'Esquilino non fu affidato al caso ma accuratamente pianificato a livello centrale.