I pellegrinaggi nel medioevo

I pellegrinaggi a Gerusalemme cominciarono già dai primi secoli dopo la morte di Cristo e, con la liberalizzazione del culto cristiano in epoca costantiniana, i viaggi sporadici si trasformarono in un fhisso continuo di pellegrini in tutta la Terrasanta. Nell'altomedioevo i luoghi di pellegrinaggio si moltiplicarono anche in tutto l'Occidente a causa della conquista araba dell'Oriente, del ritrovamento dei corpi dei Santi nonché per il sacrum furtum di reliquie nella Città Santa ed il loro trasferimento nelle chiese occidentali. Si assistette, quindi, all'aumento d'importanza di Roma come polo della Cristianità e ad un vasto fenomeno di sacralizzazione dell'Europa, compensando l'oggettiva lontananza dai luoghi santi orientali con la nascita di centri devozionali sugh assi viari che collegavano i principali luoghi della cristianità: Gerusalemme, Roma e Santiago di Compostella. Il pellegrinaggio come evento epocale rappresento l'integrazione tra unità spirituale e unità culturale fondata sui valori della cristianità. L'azione politica carolingia e quella culturale della rete abbaziale, oltre a favorire questo processo, furono essenziali per la formazione dell'identità europea. L'asse che fin dall'antichità collegava Roma con i paesi d'Oltralpe acquisì in epoca carolingia la denominazione di Via Francigena o Romea a secondo del senso di percorrenza. La Via Francigena non vide solo il passaggio di pellegrini, ma anche di viandanti e mercanti che, mettendo a confronto la loro cultura con quella dei territori attraversau, divennero veri e propri mediatori culturali. Queste vie, inoltre, favorirono la grande ripresa dell'Occidente dei secoli XII e XIII, caratterizzata dallo sviluppo degli scambi commerciali, dalle attività finanziarie e dalla specializzazione delle manifatture, consentendo alle varie economie locali di inserirsi in quella che è stata definita l'economia a raggio del Medioevo.