Il Vittoriano

Uno dei monumenti più iconici e controversi della Città Eterna! Uno dei monumenti che i turisti stranieri ricordano sempre. E che spesso credono esistere da chissà quanto tempo ! Eh già, complice lo stile storicista - in stile classico-ellenistico - in effetti, molti lo credono un momunento antico quando, invece, noi italiani lo sappiamo benissimo che sia stato costruito alla fine dell'Ottocento per celebrare l'Unità d'Italia e, soprattutto, il primo re d'Italia, che ne fu l'artefice: Vittorio Emanuele II.

Dicevamo che il monumento sembri essere antico. In effetti, è stato costruito nello stile 'classico', quello che è sempre stato quello preponderante e maggiormente presente nella Città Eterna. Oltretutto, a fine Ottocento, quello stile era tornato particolarmente in voga e sembrava perfetto per celebrare l'Italia tornata unita e, quindi, forte. E ne rissumeva bene le ambizioni. Eppure, presto vedremo come questo monumento - ed il suo stile - abbiano, in fondo, ben poco di classico. Però, contestualizzando il monumento nell contesto storico e sociale, è possibile comprendere tutto.

Il Vittoriano (o Altare della Patria), fu commissionato dal re d'Italia Umberto I e costruito in onore di suo padre, Vittorio Emanuele Il di Savoia, Padre della Patria e primo re d'Italia (1861-1878). Fu costruito sull'onda dell'emozione seguita alla morte improvvisa del primo re d'Italia. l'Italia era stata unificata da poco tempo e c'era ancora un po' di timore che le altre potenze europee potessero ancora mettere in discussione ciò che era avvenuto (e soprattutto la presa di Roma, strappata al Papa). Per questo si volle celebrare ed onorare il primo re d'Italia, per cementare e glorificare ulteriormente il rapporto tra lui la dinastia sabauda e gli italiani.

Il monumento, in effetti, celebra il re e la dinastia sabauda e gli italiani che vollero l'Italia unita e libera dagli stranieri e che lottarono strenuamente, affrontando ogni avversità (militare, diplomatica e quant'altro) pur di poterlo fare e ottenerlo. Ecco perché, oltre a celebrare il re ci sono tutti i riferimenti alla libertà degli italiani (statue ed iscrizioni, soprattutto quelle sui propilei, sulle due 'torrette': "Unità della Patria" e "Libertà dei cittadini". E ciò si fonde con la celebrazione dei valori degli italiani, rappresentati dalle statue allegoriche. Tutto il monumento è stato costruito sulla fascinazione e sulla potenza dei simboli, piuttosto che su altro. Le statue raffigrano: forza, diritto, concordia, azione pensiero sacrificio.

Lo si volle realizzato sul Campidoglio, per simboleggiare la"terza Roma", dopo quella antica e medievale (epoche in cui Roma era stata il centro del mondo). Per mostrare che Roma coi Savoia e grazie all'unità sarebbe potuta tornare centro del mondo e riferimento universale.


La grandiosa costruzione commemorativa è frutto di tre successivi concorsi internazionali, l'ultimo dei quali (1884) fu vinto dal conte marchigiano Giuseppe Sacconi. 
Egli realizza un edificio colossale, in stile neoellenistico, che si ispira esplicitamente all'altare dell'acropoli di Pergamo. Ma anche ai santuari ellenistici e soprattutto a quelli che ancora oggi possiamo visitare non lontano da Roma: a Palestrina, a Tivoli, a Gabii.

Il fulcro di tutto il complesso , come già indicato dal bando del concorso, è la statua equestre del re, che infatti campeggia proprio al centro della monumentale composizione. Di dimensioni colossali (avete mai visto la foto con i lavoratori all' interno?) essa è resa ancora più imponente e monumentale dal suo essere inserita e circondata magnificamente dal monumento con le sue scalee ed il colonnato posteriore e le due torrette laterali.
Attraverso una prima, grande scalinata marmorea fiancheggiata da giganteschi gruppi allegorici in bronzo e marmo, si sale all'Altare della Patria, al cui centro spicca, entro una semplice edicola neoclassica, la statua di Roma che, nelle vesti di una solenne divinità classica, alza il braccio destro in segno di maestà e di vittoria. Verso di lei convergono due cortel marmorei in bassorilievo rappresentanti le allego rie dell'Amor Patrio e del Trionfo del Lavoro.

Dopo la vittoria nella Prima Guerra Mondiale, si depose, proprio sotto la statua di Roma, la tomba del Milite ignoto: il soldato senza nome, li sepolto in ricordo dei caduti italiani di tutte le guerre.

Due ulteriori scaloni contrapposti conducono infine al monumento equestre a Vittorio Emanuele Il , che svetta su di un piedistallo marmoreo decorato a bassorilievo con le allegorie delle principali città italiane. Sono le città che maggiormente resero l'Italia grande e celebre in tutto il mondo, in tutti i secoli della storia e ciò non solo politicamente ana anche e soprattutto culturalmente. Spicca tra esse, inevitabilmente, la statua che simboleggia Torino, la città dalla quale provengono i Savoia e che fu la prima capitale d'Italia. È la statua che guarda verso piazza Venezia, quella che sta proprio sotto la testa di Vittorio Emanuele II e del cavallo. Le città metaforicamente sono le fondamenta d'Italia e, un tempo comuni medievali indipendenti, hanno deciso di unirsi per fare l'Italia! E la rendono grande! Hanno capito che essere divisi non aveva senso e che l'unione fa la forza!
Tutto intorno, sopraelevato su un alto e possente zoccolo, si eleva, quasi come uno sfondo teatrale, il ciclopico porticato concavo retto da sedici colonne. Quest'ultimo termina con due avancorpi laterali frontalmente assimilabili ad altrettanti tempietti in antis e sulle cui coperture sono collocate due colossali quadrighe in bronzo.
Del Vittoriano colpisce soprattutto l'esasperato fuori-scala che, nonostante la puntigliosità delle citazioni classiche, lo pone immediatamente al di fuori di quell'armonico accordo proporzionale che costituisce la vera e più intima sostanza della classicità.

Per costruire un monumento di tali dimensioni il Sacconi dovette abbattere un intero quartiere del Campidoglio, alla sinistra della Chiesa dell'Ara Coeli, il cui tessuto - medievale, rinascimentale e barocco al di sopra di un sostrato antico - si estendeva sino a piazza Venezia e ai Fori.

Dall'alto della sua collina il Vittoriano si affaccia su Roma e in esso si concentrano, al negativo, tutte le incongruenze della cultura eclettica che, smarriti i valori veri della classicità, tenta invano di recuperarne lo spirito attraverso una pura e semplice riproposizione di forme.