L'arco di San Lazzaro a Testaccio

L'arco di san Lazzaro si trova in via Marmorata, che corrisponde grosso modo al tracciato della via Ostiensis, antica arteria di collegamento del Porto Tiberino con Ostia.


L'arco è realizzato in opera cementizia con cortina in laterizi e definito da una doppia ghiera di bipedali (mattoni quadrati di circa 59 cm di lato).

Si tratta di un antico arco romano, monumentalizzato nel Medioevo.
Anticamente sorgeva nei pressi il porto principale di Roma, l'Emporium, e per questo motivo si ritiene icomunemente che il fornice facesse in origine parte degli antichi edifici connessi al suddetto porto fluviale. Con ogni probabilità aveva funzione di collegamento tra i complessi residenziali della pendice meridionale dell'Aventino e la piana del Testaccio.


Nel Medioevo l'arco fu inserito nel percorso di particolari sacre rappresentazioni che, allestite in occasione della Settimana Santa, partivano da via della Bocca della Verità per concludersi sul Monte Testaccio identificato con il Calvario.
Definito nel Cinquecento "Arco delle Sette Vespe o del Sette Vespilloni" in riferimento agli incaricati della sepoltura dei morti, divenne un punto di transito per i pellegrini che si recavano alla basilica di San Paolo fuori le mura; venne anche detto "di Orazio Coclite" per la vicinanza con il ponte che la tradizione identificava con il Sublicio e legato alle gesta del leggendario croe romano.
L'arco prese in seguito il nome "di San Lazzaro" da una piccola chiesa dedicata al santo protettore dei lebbrosi, costruita nel XV secolo di fianco al fornice, nella quale si raccoglievano le offerte per il sostentamento del lazzaretto sorto fuori Porta Angelica, alle pendici di Monte Mario. La chiesa era ancora attiva alla fine del Settecento, com'e attestato dalla sua presenza nell'elenco delle parrocchie che correda la pianta di Roma di Antonio Barbey (1798).