La corsa dei cavalli barberi lungo il Corso

Non tutti lo sanno ma l'odierna via del Corso (già via Lata) era teatro di emozionanti corse di cavalli. Tale evento aveva luogo durante il carnevale. Paolo II istituì nel 1465 la Corsa dei Barberi che si svolgeva, appunto, lungo via del Corso per poi concludersi a Piazza San Marco, quindi dove oggi sorge Piazza Venezia, frutto di immani sventramenti novecenteschi che, di fatto, allargarono la Piazza San Marco. I cavalli correvano senza fantino. Li i cavalli venivano ripresi. Perché i cavalli si chiamavano così? Perché provenivano dalla Barberia, ossia i mitici e leggendari territori dove vivevano i berberi: le odierne Marocco, Algeria, Tunisia e Libia. Erano di carnagione chiara e molti erano biondi.

Nikolaj Gogol ci ha lasciato una descrizione emozionante e partecipe! Il grande scrittore russo amava moltissimo Roma e amò il suo soggiorno romano!

Anche Theodore Gericault, il grande pittore romantico francese amava questa corsa. In effetti, egli era in generale un grande appassionato di cavalli ez quindi, era normale che apprezzasse la corsa romana. Proprio per via di ciò abbiamo la fortuna di avere una documentazione di eccezione: quella del grande artista francese! A dire il vero, sono pitture che egli eseguì a Londra, successivamente ma sono comunque il frutto del ricordo del soggiorno romano e delle corse li ammirate! E soprattutto il frutto di bozzetti eseguiti a Roma vedendo le corse. Molti si riferiscono alla cosiddetta 'mossa': il momento in cui i cavalli erano trattenuti scalpitanti davanti alla corda tesa della partenza, nell'attesa che essa venga abbassata, decretando l'inizio della corsa.

Altri, invece, rappresentano la 'ripresa', ossia la fase che sancisce la fine della corsa, coi cavalli ripresi in corsa e tenuti a freno.

E poi c'è una 'ripresa' del tutto particolare, davvero molto emozionante. La si potrebbe definire 'pregna di Roma, di romanità e della sua millenaria storia e tradizione.

È quello della Cattura di un cavallo selvaggio nella campagna Romana in cui la scena semplice e quotidiana viene raffigurata con tale maestria e con tale senso di conoscenza delle tradizioni artistiche Romane che si trasfigura in un'immagine potente e senza tempo! Riecheggia le antiche statue romane e soprattutto quelle dei Dioscuri del Quirinale. Riecheggia Raffaello, soprttutto la Pala Baglioni e quasi sembra suggerire ed anticipare e predire l'arte della metà del Novecento.