La formazione 'multidisciplinare-a tutto tondo' dell'architetto secondo Vitruvio

Nel suo celebre "De Architectura" Vitruvio descrive la formazione ideale dell'architetto, che è veramente suggestiva: deve trattarsi di una formazione 'completa', comprendente tutte le conoscenze, non solo quelle 'tecniche'.

"II sapere dell'architetto è ricco degli apporti di numerosi ambiti disciplinari e di conoscenze relative a vari campi, e al suo giudizio vengono sottoposti i risultati prodotti dalle altre tecniche. L'attività legata a tale sapere risulta da una componente teorica e una pratica. L'aspetto pratico consiste nell'esercizio continuato e consumato dell'esperienza, mediante il quale qualsiasi realizzazione si debba eseguire viene eseguita manualmente, plasmando la materia secondo un disegno prefissato, mentre la riflessione teorica è in grado di render conto e dare dimostrazione dei manufatti realizzati dall'abilità tecnica mediante il calcolo delle proporzioni. [...]
Per questo è necessario anche che egli [l'architetto] sia dotato di talento naturale e insieme facile da apprendere - poiché né il talento naturale senza una formazione culturale né una formazione culturale senza talento naturale possono dar vita a un professionista completo -; e che abbia una istruzione letteraria, che sia esperto nel disegno, preparato in geometria, che conosca un buon numero di racconti storici, che abbia seguito con attenzione lezioni di filosofia, che conosca la musica, che abbia qualche nozione di medicina, che conosca i pareri dei giuristi, che abbia acquisito le leggi dell'astronomia.

Ed ecco spiegate le ragioni. È opportuno che l'architetto abbia una istruzione letteraria per sostenere la propria memoria facendo ricorso ad appunti. In secondo luogo che possieda la tecnica del disegno, per potere più facilmente mediante grafici dare la raffigurazione dell'opera progettata. La geometria poi fornisce all'architettura non poche conoscenze ausiliarie, e innanzitutto insegna, dopo le rette, l'uso del compasso, grazie al quale in particolare si approntano molto speditamente le piante degli edifici all'interno degli spazi loro destinati e si tracciano gli angoli retti e i livelli e le linee. Così pure, grazie all'ottica, negli edifici la luce viene fatta arrivare correttamente attraverso l'esposizione a zone del cielo ben precise. Mediante l'aritmetica poi si fa la somma delle spese di costruzione e si applicano le regole di misurazione, mentre i difficili problemi relativi ai principî modulari vengono risolti ricorrendo a calcoli e a procedimenti geometrici.
È poi richiesta la conoscenza di un buon numero di racconti storici, poiché spesso gli architetti nelle loro opere raffigurano molti motivi ornamentali, sui cui soggetti devono saper dare una spiegazione a chi chiedesse il motivo della loro scelta. [...]
La filosofia da parte sua rende l'architetto magnanimo e fa in modo che non sia arrogante, ma piuttosto flessibile, imparziale e, cosa più importante, fedele senza avidità (nessuna opera infatti può essere realizzata rettamente in assenza di lealtà e integrità morale). L'architetto non sia avido, la sua mente non sia presa dalla preoccupazione di ricevere regali, ma con rigore custodisca il proprio prestigio avendo cura della buona reputazione. [...]
L'architetto dovrebbe poi conoscere la musica in modo da avere cognizione del si stema dei rapporti armonici e di quelli ma tematici e da essere in grado di regolare cor rettamente baliste, catapulte e scorpioni”.
[...]
Occorre poi che l'architetto conosca la scienza medica, in considerazione delle zone determinate dall'inclinazione dell'asse terrestre e delle proprietà dell'aria e dei luoghi, che possono essere salubri o malsani, e delle acque; se non si prendono in considerazione infatti questi elementi non è possibile costruire alcuna abitazione salubre.
Quanto alle norme giuridiche, occorre che egli sia a conoscenza almeno di quelle indispensabili per la costruzione degli edifici che hanno pareti in comune, per distribuire lungo il perimetro delle costruzioni le grondaie, le fognature, le finestre, e inoltre le condutture dell'acqua. Su questi e su altri problemi di genere analogo è necessario che gli architetti abbiano competenza, in modo che, prima di dare inizio alla costruzione de gli edifici, facciano attenzione a che non rimangano ai padri di famiglia, una volta conclusi i lavori, questioni controverse. [...]
Con lo studio infine dell'astronomia si acquisiscono le nozioni di oriente, occidente, mezzogiorno, settentrione, e ancora il siste ma di leggi del cielo, l'equinozio, il solstizio, il corso degli astri; se non si posseggono tali cognizioni, non sarà possibile comprendere il principio teorico degli orologi.
Poiché dunque si tratta di una disciplina tanto vasta, abbondantemente arricchita da conoscenze numerose e attinenti a diversi campi, non credo che ci si possa a buon titolo professarsi architetti dall'oggi al domani, ma che possa dichiararsi tale soltanto chi fin dall'infanzia, percorrendo gradualmente il programma degli studi, nutrito di un quanto più ampio sapere letterario e tecnico, sia salito fino alla cima del tempio dell'architettura".

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