La speculazione edilizia dell'età umbertina a Roma secondo D'Annunzio

Nel suo romanzo "Le Vergini delle Rocce" (1895), D'Annunzio descrive lo scempio della speculazione edilizia della Roma Umbertina:

"Era il tempo in cui più torbida ferveva l'operosità dei distruttori e dei costruttori sul suolo di Roma. Insieme con nuvoli di polvere si propagava una specie di follia del lucro, come un turbine maligno, afferrando non soltanto gli uomini servili, i famigliari della calce e del mattone, ma ben anche i più schivi eredi dei majorascati papali, che avevano, fin allora guardato con dispregio gli intrusi dalle finestre dei palazzi di travertino incrollabili sotto la crosta dei secoli".