Palazzo Farnese

Palazzo Farnese è uno dei palazzi più imponenti di Roma e all’epoca della sua costruzione era l’unico palazzo privato che aveva l’ardire di apparire grande quanto i palazzi ufficiali pontifici.

Fu iniziato nel 1514, per ordine del cardinale Alessandro Farnese (che divenne poi papa Paolo III, uno dei più celebri della Controriforma), con progetto iniziale di Antonio da Sangallo il giovane. Alla sua morte il palazzo fu poi completato da Michelangelo, al quale si attribuisce il piano sommitale del palazzo, col celebre cornicione ‘monumentale’ e ‘titanico’, aggettante ben 2 metri! (Michelangelo era così: titanico in pittura e spesso anche in architettura!)

Proprio per via della sua mole immensa, la costruzione del palazzo fu necessariamente graduale e prolungata nel tempo. In effetti, l’ambizione di costruire una residenza tanto mastodontica aveva bisogno di tempo e di molti soldi per essere coronata.

Certo che ai romani e ai viaggiatori presenti in città l’imponente cantiere deve aver generato grande stupore ma anche invidia e fastidio (si trattava, in effetti, di una palese ‘ostentazione in nuce’). Ecco perché un giorno, sui ponteggi, apparve un ironico cartello-pasquinata; esso aveva l’aspetto dei cartelli dei poveri mendicanti, con tanto di bacinella, e recitava: “Elemosine per il palazzo dei Farnese”.

Il palazzo è oggi celebre soprattutto per la magnifica “Galleria” affrescata da Annibale Carracci ma nel Cinquecento esso poteva vantare ancora più opere di assoluto pregio: oltre a moltissime pregiatissime opere pittoriche è doveroso citare le antiche sculture colossali e spettacolari dell’Ercole Farnese (si trovava al centro del cortile interno e chiunque poteva ammirarlo anche da fuori quando il portone era aperto) e del Toro Farnese (collocato nel giardino). Erano opere che i Farnese avevano rinvenuto nelle Terme di Caracalla, durante le loro febbrili ed avide ricerche di reperti antichi.

Nella piazza antistante al palazzo, nel Cinquecento si organizzavano tornei e corride: ai tempi c’era una sola vasca-fontana, sistemata al centro, ed i membri della famiglia Farnese assistevano agli spettacoli da li dentro! In posizione privilegiata…e sicura!

Come mai ai tempi c’era una sola vasca mentre oggi sono due? Ecco la storia: entrambe furono trovate nelle Terme di Caracalla nel 1466 ed il papa del tempo, Paolo II, le fece portare di fronte al Palazzo di Venezia. Solo nel 1545 Paolo III ne portò qui una mentre l’altra arrivò solo nel 1580, andando a formare la ‘coppia’. A quei tempi, però, non erano ancora fontane: avevano funzione solamente decorativa. Solo nel 1626 furono allacciate ai condotti dell’acqua Paola e Girolamo Rainaldi poté trasformarle in fontane.

Le due vasche, che poggiano su piscine di travertino, hanno al centro due tazze che sostengono i gigli farnesiani: da essi si innalzano esili zampilli d'acqua (originariamente erano in travertino, oggi sono di marmo in seguito ai lavori di restauro del 1938).

La famiglia Farnese si estinse nel XVIII secolo: l’ultimo membro della famiglia rimasto era Elisabetta (1692-1766) che sposò il re di Spagna Filippo V di Borbone. Il figlio di loro, Carlo V di Borbone, diventerà poi reggente per conto della madre del ducato di Parma e, successivamente, re di Napoli.

Lo stesso palazzo Farnese passò di proprietà ai Borbone ma, purtroppo, la celebre collezione di scultura e pittura dei Farnese abbandonò il palazzo per essere trasferita soprattutto a Napoli. Ecco perché Ercole Farnese e Toro Farnese sono oggi nel Museo Archeologico Nazionale della città partenopea mentre le opere pittoriche si ammirano invece soprattutto nel Museo di Capodimonte.

Secondo la tradizione, il cardinale Alessandro Farnese (1520-1588), nipote di Paolo III, fece trasportare in una sola notte ben settecento carri pieni di antichi e preziosi reperti antichi.