Passeggiando lungo l'acquedotto Alessandrino

Questo itinerario si gode pienamente a piedi. Se si viaggia in automobile bisognerà spesso ritrovare l'itinerario accanto all'acquedotto dopo essere stati molte volte 'sviati' ed obbligati ad allontanarcene dai sensi unici e da svolte obbligate.

Si parte da Piazza San Felice da Cantalice, a Centocelle, e poi si cammina in direzione sud-est, costeggiando l'acquedotto.

 

Tenendo la chiesa di San Felice da Cantalice alle spalle, bisogna lasciare la piazza incamminandosi lungo Via dei Pioppi. Ed ecco che, dopo pochi passi...si vedrà sbucare fuori l'acquedotto!!! Sorpresa incredibile per chi non lo sa! Emozione comunque sempre grande anche per chi già lo sa. In ogni caso, non lo si avrebbe mai immaginato, stando in Piazza san Felice da Cantalice, che li sotto potesse passare un antico acquedotto romano!

A dirla tutta, all’inizio ciò che sembra emergere da sotto la terra sembra essere un grande serpente…o un grande verme…o, magari, anche uno dei grandi mostri sotterranei che abbiamo visto al cinema: Dune e Tremors!

Poco dopo via delle Dalie comincia davvero a capirsi che si tratta di un acquedotto e poi, dopo via delle Begonie, appaiono gli archi completi.

L'acquedotto emerge dunque da sotto terra e passa poi vicino alle palazzine del quartiere Centocelle, Quaroni. E, incredibilmente, funge di fatto da barriera spartitraffico!!! Come se fosse guard-rail un po’ più alto!

Solo Roma può essere così! Solo a Roma può accadere qualcosa del genere! Un'acquedotto antico che passa attraverso il quartiere e che dialoga costantemente con la modernità e la contemporaneità! Il contemporaneo dialoga con l'antichità. Un binomio vivo e vitale che – lo ripeto – può esistere solo a Roma. Ovviamente non è l'acquedotto che attraversa il quartiere ma è quest’ultimo che è stato costruito tutt'intorno e, a dirla tutta (come, purtroppo, è noto), non rispettando pienamente e come dovuto un'opera magnifica e importante come l'acquedotto Alessandrino!

Nota particolarmente notevole ed incredibile è il fatto che si possa talvolta attraversare i fornici dell'acquedotto con la macchina e che, addirittura, molte di esse spesso parcheggiano sotto di essi! Approfittando dunque di una parziale copertura dal sole e dalle intemperie!!! Geniale...ma anche assurdo e degradante! Stiamo parlando di un acquedotto antico! Ma tant'è: a Roma queste antichità (che spesso qualcuno potrebbe tranquillamente definire ‘fastidiosi’ e ‘invasivi’ ed ‘ingombranti’) stanno un po’ ovunque e quindi spesso diventano quasi un 'fastidio' o semplicemente qualcosa di importante sì ma che magari non è poi così 'intoccabile', e che si può dunque un po’ sacrificare. Roba che, invece, all'estero sarebbe sempre trattato come se fosse il Colosseo!! Come se fosse il reperto più sacro e intoccabile, che non si può assolutamente degradare!

Ma torniamo al nostro acquedotto e al suo aspetto e percorso. Inizialmente esso si presenta a un ordine di arcate ma poi poi, data la discesa verso una valle, quella dove oggi passa viale Palmiro Togliatti, le arcate aumentano e l'acquedotto diventa gradualmente alto e poi altissimo! Dopo via delle Mimose gli ordini sovrapposti di arcate diventano due per poi tornare ad essere una sola ma altissima! In effetti, si scende alquanto di livello e si arriva alla valle nella quale passa viale Palmiro Togliatti, che attraversa l’acquedotto con tantissime corsie. Qui lo spettacolo è davvero suggestivo! Il viale è certamente invasivo ma non si può negare il fascino di una così larga via, con così tante carreggiate e vie pedonali che passano attraverso tantissime arcate altissime dell’acquedotto!

Subito dopo l’acquedotto risale dalla valle e l'acquedotto torna ad avere due ordini di arcate, poi di nuovo una sola e poi, data la salita, dopo un po’ esso torna ad avere un’altezza che potremmo definire 'media'. Dopo l’incrocio con via delle Spighe (altro attraversamento carrabile dell’acquedotto), la strada diventa Via degli Olmi ed è proprio qui che la salita comincia a farsi distintamente più ripida. Ecco quindi che l’altezza e l’imponenza dell’acquedotto torna a livelli medi. Poi finiscono le arcate e ciò che si vede è di nuovo quell’apparente grande serpente. Interessante notare che nell’ultima arcata è stata ricavata una sorta di “sacrario-grotta”, dedicato a Gesù. Il “serpentone” continua nella sua ‘involontaria’ funzione di barriera spartitraffico. Talvolta emergono archi…ma sono quasi del tutto interrati! I due lati dell’acquedotto hanno parcheggi auto ‘regolari’ ed ‘ufficiali’, con tanto di striscia bianca!

Gli edifici e le palazzine circostanti sono di quelle degli anni 70, tipici delle periferie rimane e possiamo senz’altro dire che l'acquedotto le nobilita. In ogni caso l’opera antica ed il moderno quartiere hanno ormai formato un’unione indissolubile (come spesso succede a Roma) ed è davvero difficile dire se sia più l'acquedotto a nobilitare le umili case o se siano esse a svilire l'acquedotto! Ma è vera entrambe le cose. Ma non è poi vero che anche l'antica Roma (così come quella medievale e rinascimentale, fino alla metà del Novecento) era caratterizzata dalla stretta interconnessione di alto e basso, di nobile e di umile??

Dopo aver attraversato Viale Alessandrino, via degli Olmi diventa ad un’unica corsia ed unico senso di marcia (peraltro inverso rispetto al nostro quindi, non si può proseguire in automobile) e l’acquedotto sparisce! Non è più visibile alcunché. Bisogna avanzare fino ad arrivare ad uno slargo dove c’è l’incrocio con via Alberto Chiarugi per veder ricomparire l’acquedotto! Ciò accade perché c’è un’altra piccola valle e, pertanto, si resero necessarie le arcate. Scendendo, si vede inizialmente una sorta di ‘muro’ e poi, dopo un po’ compaiono davanti agli occhi due arcate isolate tra loro ma vicine! Un vero spettacolo! Alquanto surreale ed affascinante! Una vera sorpresa ed emozione soprattutto per chi passa di qui casualmente ed, improvvisamente, si trova davanti a cotanto spettacolo! E la cosa bella è che – almeno qui! – hanno avuto la buona idea di creare un piccolo parco per valorizzare e godere dell’antica rovina! Sarebbe stato auspicabile qualcosa del genere in molta più grande scala un po’ ovunque lungo l’acquedotto, soprattutto nella zona della Palmiro Togliatti!

Ma le sorprese non sono finite! Anzi, cose sorprendenti ed emozionanti ci aspettano! Avanzando, infatti, ci si ritrova improvvisamente in campagna! O meglio in un contesto suburbano quasi del tutto agreste! Altra cosa tipica e ricorrente a Roma! Via degli Olmi diventa strettissima e, risalendo una collinetta, costeggia sulla sinistra un campo (vedremo presto che esso è parte del Parco di Tre Teste) ed una piccola parte di acquedotto. Più in là si intravede una grande rovina romana. Sulla destra casupole, casette… Molte di esse, forse una volta baracche o poco più sono state successivamente ristrutturate ed oggi sono belle casette di semi-campagna che hanno spesso anche l’apparenza delle classiche casette/villette al mare! Addirittura poi si passa sotto a grandi cavi elettrici: tipico segno di un posto che un tempo era aperta campagna e che poi, troppo rapidamente, è diventata città!

Poi arrivano i parchi! E l'acquedotto torna finalmente 'libero'! E può attraversare il verde incontaminato, come una volta! Si ha quasi veramente la sensazione che l'acquedotto possa sentirsi come 'libero' e felice, immerso nel verde come era stato per secoli!!! E per noi è bellissimo passeggiare nel verde accanto a lui, percpendo il fascino dei secoli! E poi godendoci il bel verde di Roma! IN lontananza si vedono gli splendidi pini e, ancor più in là, i Colli Albani e i Monti Prenestini, con anche una buona vista sulla 'sella' tra i due. Palestrina pure!