Portico d'Ottavia

Il Portico di Ottavia è senza dubbio uno dei luoghi più suggestivi di Roma. Uno degli esempi più notevoli di intreccio mozzafiato tra rovine antiche e costruzioni successive, di varie epoche.
Anche se formalmente attribuito ad Ottavia, la sorella di Augusto, in realtà il portico fu costruito proprio dal grande primo imperatore dei romani, tra il 27 ed il 23 a.C. In precedenza, comunque, ne esisteva già un'altro, quello di Q. Cecilio Metello Macedonico, realizzato nel 146 a.C.
Ma in cosa consisteva esattamente? Era un grande quadriportico, di m. 119 x 132, che includeva i templi di Giunone Regina e di Giove Statore ma anche due biblioteche, greca e latina, nonché un grande ambiente per pubbliche riunioni, la Curia Octaviae. Quest'ultimo edificio si trovava alle spalle dei due templi, quindi nel lato posteriore del complesso (quindi anche rispetto a dove generalmente oggi si scattano le fotografie).
Comunque, non tutti sanno che ciò che si ammira oggi è frutto di un restauro-ricostruzione del III sec d.C, compiuto sotto Settimio Severo nel 203 d.C, dopo l'incendio del 191. È il propileo monumentale di ingresso e l'iscrizione è quella dedicatoria del 203.
Il portico era pieno di opere d'arte: lo impreziosivano soprattutto il gruppo delle 34 statue equestri bronzee, opera nientemeno che di Lisippo, rappresentanti Alessandro e i suoi ufficiali morti alla battaglia del Granico. Si trattava di opere 'sottratte' dal citato Metello nel santuario di Dion, in Macedonia e collocate nell'area antistante i templi, tra questi e i propilei. Inoltre, c'era la statua bronzea di Cornelia, madre dei Gracchi, che fu la prima statua di donna esposta in pubblico a Roma, intorno al 100 a.C