Santi Martina e Luca

Fu costruita tra 1634 e 1668. Oggi la si ammira 'fuori contesto' ed innaturalmente isolata dalla città. Come se fosse rapita al di fuori dal tempo e...dalla città! Sorge a ridosso dell'area archeologica del Foro Romano ed è isolata dal resto della città. Non tutti sanno che questa sua innaturale posizione si è generata prima con gli sventramenti fascisti per la realizzazione di Via dei Fori Imperiali e poi anche con successivi scavi svolti nel Novecento. Un tempo, invece, in questa zona e fino a via Alessandrina qui sorgeva un vivace e popoloso quartiere. I lavori di scavo comportarono anche e soprattutto la perdita dell'Accademia di Roma che era annessa alla chiesa.

Pietro da Cortona parte dagli ordini architettonici classici ma non si lascia imbrigliare troppo dai canoni ed, anzi, li reinterpreta con con vivace libertà. Inoltre, ripropone soluzioni ed idee di Bramante e Palladio, giungendo, però, a soluzioni del tutto innovative e personalissime.

Ammirate che meraviglia ci suscita la chiesa: il nostro architetto modella plasticamente l'edificio in maniera scenografica: ed in ciò egli incarna pienamente i canoni del barocco! È così anche in Santa Maria della Pace (vedi).

Originariamente l'architetto aveva previsto una pianta circolare, ricollegandosi agli maryria paleocristiani. Poi, però, optò per una pianta a croce greca; di matrice rinascimentale, quindi. Però, l'architetto cortonese ne reinventa completamente l'organizzazione spaziale, giungendo a progettare qualcosa di radicalmente nuovo ed inedito...ed emozionante!

I due bracci della chiesa, longitudinale e trasversale, sono di diverse lunghezze. Ma terminano in absidi semiellittiche e le loro morbide curvature annullano la percezione di qualsiasi asimmetria dimensionale.

Incredibile, poi, l'organizzazione delle decorazioni delle pareti interne: ci si emoziona osservando l'alternarsi di rientranze ed aggetti, scandito dall'ininterrotto succedersi di colonne, nicchie e paraste. Incredibile poi, agli angoli dell'incrocio dei due bracci, il complesso sistema di colonne e pilastri ionici: la presenza degli spigoli viene di fatto smaterializzata e si ha pertanto la sensazione di uno spazio continuo ed avvolgente. Si ha davvero la sensazione di trovarsi all'interno di un colonnato circolare!

Anche la cupola è particolarmente emozionante. Pietro da Cortona 'fonde' le due tipologie costruttive delle cupole: quella con calotta a lacunari (come il Pantheon) e quella con la struttura costolonata (come San Pietro). Il risultato è anche e soprattutto un particolarissimo ed interessante effetto decorativo. Il succedersi di costoloni e cassettoni, valorizzati plasticamente dagli otto finestroni del tamburo conferisce all'intradosso un senso di spazialità dilatata! Ed è interessante notare come si possa stabilire un parallelismo con gli effetti pittorici di sfondamento prospettico che Pietro da Cortona facva nella sua opere pittoriche (vedi link su Trionfo Divina Provvidenza).

Notevole anche la facciata! È tipicamente barocca, data la forma leggermente convessa ed è divisa in due ordini decorati con paraste e colonne: i riferimenti sono alla tradizione architettonica cinquecentesca di Michelangelo, interpretata però con maggiore dinamismo nei volumi. Dinamismo tipicamente barocco e che verrà addirittura amplificata ed aumentata nella facciata di Santa Maria della Pace (se vuoi approfondire, clicca qui)