Castelnuovo di Porto

A soli 20 km da Roma c'è Castelnuovo di Porto. È considerato uno dei borghi più belli e suggestivi del Lazio anche se, incredibilmente, è sconosciuto ai più!

Forse perché troppo vicino a Roma, forse perché fuori dalle rotte comuni del turismo. Eppure da queste parti vivono molti romani che hanno deciso di trasferirsi qui per sfuggire al caos e vivere nel verde e nella tranquillità.

Come altri comuni limitrofi questa è una località nella quale molti si sono trasferiti o continuano a vivere per via della vicinanza con Roma ma soprattutto per via della tranquillità e l'assoluta bellezza del paesaggio; verdissimo e gradevolmente collinare! Un paesaggio che ha ben poco da invidiare a quello dell'Umbria o alla Toscana.

Il borgo è veramente meraviglioso ed è 'coronato' dalla magnifica Rocca Colonna (già castello). Proprio il castello costituì il primo insediamento intorno al quale si sviluppò successivamente il centro abitato.

Ciò che rende davvero particolare il borgo è l'intricato trama di vicoli. Nel Lazio e nel centro Italia ce ne sono davvero innumerevoli di borghi così ma quello che mi colpisce (e che mi diverte enormemente) a Castelnuovo è il fatto che i vicoli siano più labirintici della media!

Lo so, questa è una caratteristica che magari non piace proprio a tutti ma a noi patiti dei borghi - che siano abituati ad esplorarli spesso - tendiamo a volte a privilegiare quelli in cui i vicoli sono meno scontati e 'lineari'. E qui è davvero un vero Valhalla di noi patiti dei borghi e dei vicoli! C'è di tutto e succede di tutto! Dal "corso principale" che potremmo considerare viaUmberto I (ma anche dagli altri vicoli) si staccano spesso altri vicoletti-diverticoli che di primo acchito non si capisce dove possano condurre! (E non è assolutamente facile ricostuire mentalmente la disposizione generale dei vicoli , altra cosa che noi patiti spesso tendiamo a fare). Altra cosa di noi patiti è che non puoi mai davvero sapere se il vicolo sbucherà da qualche parte oppure se sarà cieco. In questo borgo ci sono molti esempi di vicolo cieco. Altra cosa suggestiva è la presenza di molti archi e passaggi momentaneamente coperti, miniporticati .E poi, soprattutto, molti di essi finiscono in meravigliosi spiazzi o vicoli con vista panoramica mozzafiato sulla campagna circostante. 

È un po'un peccato che l'eccessiva edificazione abbia deturpato il paesaggio ma il verde domina ancora.

Altra caratteristica saliente del borgo è il buon livello dell'architettura! Certo, non ci sono edifici medievali o rinascimentali particolarmente interessanti ma ci sono spesso bellissimi portali con notevoli decorazioni.

E, cosa davvero interessante e notevole ci sono due grandi piazze! Una è quella proprio davanti alla rocca (piazza Vittorio Veneto), dal quale si gode la vista di essa con le scalinate che lo raggiungono e l'altra gli sta alle spalle (piazza Marconi) Piazze così grandi ed accoglienti sono alquanto rare in questi borghi. Altri piccoli spiazzi si aprono altrove; piazza Piave è davvero bella! I vicoli sono ben pavimentati con bei sanpietrini.

C'è una casa nei pressi di piazza Marconi che, sulla scalinata d'accesso, ha una colonna antica di reimpiego

Il borgo va ammirato dal campo sportivo e dalla chiesetta di S. Sebastiano, appena fuori dal centro abitato.

Storia di Castelnuovo di Porto

L’abitato di Castelnuovo di Porto nacque come castrum intorno al Mille. Era dunque un insediamento fortificato circondato da mura posto a controllo del territorio e a protezione da incursioni piratesche saracene e di altro tipo. Intorno ad esso venne a crearsi ben presto un insediamento abitato più largo, in cui abitavano anche persone magari non direttamente collegate alla fortificazione (secondo il fenomeno del cd. “incestellamento”, tipico del centro Italia di questo periodo, link). È possible che un insediamento esistesse già nell’antichità, quando era un oppidum (città fortificata priva di confine sacro) capenate. I capenati erano una sorta di ‘sotto-famiglia’ etrusca; erano emigrati da Veio ed avevano fondato Capena.

In origine era di proprietà della diocesi di Porto (l’odierna Fiumicino). Tale operazione fu voluta dal princeps di Roma Alberico I. Egli promosse un po’ in tutto il Lazio oprazioni di questo tipo, supportando i monasteri e dotandoli di ampi territori, sui quali governavano.

La "Rocca Colonna" era originariamente il nucleo principale del castrum. Solo successivamente esso fu ‘ingentilito’ e trasformato in dimora più signorile.

Nel 1139 papa Innocenzo II la diede al monastero di San Paolo, che controllava ampi territori in questa zona. Il feudo passò poi, nel 1295, ai Colonna.

Nel 1501 papa Alessandro VI Borgia si impossessò della Rocca. La mantenne per non moltissimo tempo ma abbastanza per munirla di maggiori difese e per circondare tutto il borgo di mura.

Dopo la morte del papa borgiano, nel 1504 torna a Giovanni di Odoardo Colonna. Sciarra Colonna il 10 dicembre 1548 decretò gli Statuti che regolavano il mercato, i tribunali, la giustizia ecc. Alla morte di Clarice Anguillara Colonna, moglie di Sciarra, dal 1581 Castelnuovo e la sua Rocca sono ceduti alla Santa Sede e sono amministrati da commissari della Camera Apostolica.

Numerosi sono stati i soggiorni alla Rocca di personaggi illustri tra cui si ricorda alla fine del seicento quello della regina Cristina di Svezia e nel 1734 di Carlo III di Borbone mentre si recava alla conquistata del Regno di Napoli.

La Rocca di Castelnuovo di Porto

La "Rocca Colonna" era originariamente il nucleo principale del castrum (insediamento fortificato, circondato da mura) dal quale nacque successivamente l’abitato di Castelnuovo di Porto.

Solo successivamente – soprattutto nel Cinquecento – fu ‘ingentilito’ e trasformato in dimora più signorile.

Il castrum nacque intorno al Mille ed era di proprietà della diocesi di Porto (l’odierna Fiumicino). Tale operazione fu voluta dal princeps di Roma Alberico I. Egli promosse un po’ in tutto il Lazio oprazioni di questo tipo, supportando i monasteri e dotandoli di ampi territori, sui quali governavano.

La rocca appartenne successivamente al monastero di San Paolo, che controllava ampi territori in questa zona. La splendida cappella di San Silvestro è documentata dal 1026.

Nel 1295 il feudo e la rocca passarono ai Colonna

Nel 1296 Giacomo Colonna, detto "Sciarra” (sì, proprio lui: l’autore dello schiaffo di Anagni), rimaneggiò la rocca, realizzando la torre di rivellino e ambienti contigui alla Cappella di San Silvestro. In questa si ammirano ancora splendide pitture murali  di autore ignoto. Stile XIV sec. Lo stesso Sciarra Colonna fece realizzare un camminamento protetto che collegava il rivellino alla Rocca (di cui sono visibili oggi solo tracce nelle murature ad ovest del corpo del castello).

Importanti modifiche alla struttura medioevale furono realizzate nel 1500 da Alessandro e  suo figlio Sciarra Colonna. Fu quest’ultimo a far realizzare il piano superiore, adibendolo a piano nobile e una splendida grande loggia affrescata – detta La Loggia pinta  - che è datata al 1568. Gli affreschi sono attribuiti a Federico Zuccari. Era originariamente una vera loggia, avendo due arcate aperte; quella che guarda la piazza è stata chiusa successivamente. Gli affreschi sulle pareti e soprattutto sulla volta rappresentano le Virtù, le Stagioni ed episodi salienti della storia di Roma: l’arrivo di Enea, le battaglie di Benevento e Zama, un grande porto con ruderi di monumenti di epoca romana, scene eroiche e momenti storici.

Sotto ai suddetti strati pittorici sono stati ritrovati altri più antichi: paesaggi che riproducevano i feudi del committente.

Nel 1870 divenne sede di pretura e carcere mandamentale, un ‘malcostume’ tipico di questo periodo storico (e che era abbastanza generalizzato fino agli anni 70-80 del Novecento!). Mantenne tale funzione fino alla prima metà del secolo scorso.

Oggi è aperto al pubblico e si organizzano spesso mostre ed interessanti attività culturali!

La visita della Loggia Pinta e della Cappella di San Silvestro valgono il viaggio! Sono stupende!

Bellissimo salire la doppia rampa di scale di accesso al maniero. La Torre ad Est, era l’antico mastio e costituisce il nucleo più antico dell’insediamento fortificato. La torre ovest è stata edificata in posizione arretrata ove era il rivellino per armonizzare la facciata.

 

La cappella di San Silvestro misura m 3,60×3,29 è completamente affrescata sia sulle pareti che nella volta a crociera. Qui si ammirano i quattro evangelisti, coi propri attributi.

Si ammira anche San Leonardo di Noblac - protettore dei carcerati e degli imprigionati ingiustamente - rappresentato con in manoi ceppi; San Silvestro che schiaccia il drago del paganesimo e Sant’Antonio con il campanello.

Al di sopra dei tre Santi una “mandorla” sorretta da due angeli contiene il ritratto del Cristo.

Sulla parete di sinistra un grande affresco rappresenta la Vergine con il bambino con Santa Caterina d’Alessandria e san Martino. Al di sopra, una crocefissione.

Nella parete di destra, che in origine era quella con la originaria porta di accesso, ci sono affreschi solo parziali e si riconosce nell’angolo a sinistra la figura di un cavaliere. Al di sopra un affresco con iconografia rarissima: Cristo Crocifisso tra le braccia di Dio Padre.

La parete di fondo, in cui si apre una seconda porta di accesso realizzata in un periodo successivo era un tempo ornata da un affresco in cui è rappresentato il battesimo di Gesù.

Un tempo le aureole dei santi erano adornate di pietre e perle.