Via di san Vito

Percorso da iniziare da Largo Sant'Alfonso. Partendo da qui potrete provare una gradevole sensazione, passando rapidamente dal contesto della grande, rumorosa e movimentata Via Merulana alla silenziosa, stretta e raccolta Via di San Vito.

Qui vi ritroverete come per magia in una piccola e tranquilla via che vi riporterà in una Roma d'altri tempi (passati). Qui tutto è più piccolo, più raccolto, più semplice. Poi, improvvisamente, e del tutto inaspettatamente, vi si presenterà di fronte agli occhi nientemeno che un arco romano! Oltretutto, un arco 'incassato' tra edifici posteriori cittadini, alla maniera così tipicamente romana; in una maniera che soprende ed emoziona anche dopo innumerevoli visite.

E' il cosiddetto Arco di Gallieno, risultato finale di III d.C. di quella che, inizialmente, fu la Porta Esquilina.

La Porta Esquilina fu originariamente costruita nel VI sec a.C. e faceva parte delle primissima cinta muraria di Roma, la celebre cinta serviana. A quei tempi era costruita in blocchi di tufo.

L'arco venne poi completamente ricostruito per volere di Augusto, questa volta in travertino. 

La porta era originariamente a tre fornici con i due archi laterali di minori dimensioni. Essi furono purtroppo demoliti nel 1477 durante la ricostruzione della chiesa dei Ss.Vito e Modesto (è la chiesa che sorge addossata al lato sinistro dell'arco).

La porta augustea era corredata anche di una iscrizione sull'attico del fornice centrale, che è ancora visibile anche se, purtroppo, non più leggibile. 

La porta venne poi restaurata nel 262 d.C. dal prefetto Marco Aurelio Vittore e trasformata di fatto in un arco onorario celebrante l'imperatore Gallieno e sua moglie Cornelia Salonina.

L'iscrizione, infatti, recita: «GALLIENO CLEMENTISSIMO PRINCIPI CVIVS INVICTA VIRTVS SOLA PIETATE SVPERATA EST ET SALONINAE SANCTISSIMAE AVG / AVRELIVS VICTOR V(ir) E(gregius) DICATISSIMVS NVMINI MAIESTATIQVE EORVM»

«A Gallieno, clementissimo principe, il valore invitto del quale fu superato solo dalla sua religiosità, e a Salonina, virtuosissima Augusta / Aurelio Vittore, uomo egregio, devotissimo agli dei e alle loro maestà».

L'arco è inquadrato da due pilastri corinzi angolari sorreggenti l'attico ed è in blocchi di travertino e marmo.

Probabilmente l'imperatore Gallieno doveva passare spesso sotto la Porta Esquilina per raggiungere la sua villa di famiglia, gli Horti Liciniani.

 

In effetti, Via di san Vito, la suggestiva strada che abbiamo percorso e che ci ha condotti qui ricalca una antica via romana. Più precisamente, il tratto terminale dell'antico clivus Suburanus che, ovviamente, terminava in questa porta. 

Il clivus Suburanus, all'altra sua estremità, iniziava dalla Subura, alle spalle del Foro di Nerva, e saliva all’Esquilino attraverso un percorso che ricalca all’incirca le attuali via della Madonna dei Monti, via in Selci, via di San Martino, via di San Vito.

Fuori dalla porta, invece, iniziava il tratto iniziale comune delle via Praenestina e Labicana.