Palazzo Orsini a Piazza Navona (scomparso)

Notate qualcosa di strano nella stampa che raffigura Piazza Navona? Ma sì, dove oggi c’è Palazzo Braschi (attualmente sede del Museo di Roma) qui si vede, invece, un palazzo completamente diverso! Si tratta di Palazzo Orsini, che fu distrutto nel Settecento, per realizzare appunto Palazzo Braschi.

Si trattava di un palazzo fatto costruire nel 1435 da Francesco Orsini, duca di Gravina e prefetto di Roma, demolendo una casa con torre appartenuta a Cencio Mosca. Quella, del resto, era la zona storicamente sotto l’influenza della grande e potente famiglia Orsini (potente soprattutto tra Duecento e Trecento). L’ingresso era su Piazza Navona.

Il palazzo fu successivamente abitato dal cardinale Oliviero Carafa. Fu lui a porre sull’angolo del palazzo, che affacciava su Piazza di Parione, la famosa statua parlante di Pasquino, venuta alla luce durante i lavori di ristrutturazione dell’edificio e scavi per la pavimentazione stradale.

La statua apparteneva certamente allo Stadio di Domiziano, sul quale Piazza Navona ovviamente sorse e raffigurava originariamente con ogni probabilità Menelao che sostiene il corpo di Patroclo morente, copia romana della celebre opera di Antigonos, il cui originale era del 230-240 a.C. Questa versione è molto danneggiata nel volto e mutilata degli arti ma se volete farvi un’idea di come dovesse apparire basta andare a Firenze, nella Loggia dei Lanzi (oppure vedere una foto!): lì troverete un’altra copia molto celebre che peraltro fu rinvenuta a Roma (nelle Terme di Traiano oppure, secondo un’altra versione, nei pressi di Porta Portese); il gruppo fu regalato da Pio V a Cosimo I de' Medici e fu trasportato a Firenze nel 1579. Sin dal Cinquecento la statua divenne celebre per le “pasquinate”, ovvero le satire in versi contro i personaggi potenti.

Nel 1516, quando vi risiedeva il cardinale Antonio Maria Ciocchi del Monte, al palazzo si aggiunse una torre, progettata da Antonio da Sangallo il Giovane, che sorgeva tra piazza Navona e via della Cuccagna (quest’ultima è la stretta e pittoresca viuzza che in genere si percorre per andare dalla nostra bella piazza ellittica verso Campo de’Fiori, attraverso piazza san Pantaleo).

Nel 1533 gli Orsini tornarono a risiedere nel palazzo e nel Settecento vi abitò il duca di Bracciano, don Flavio. Questo grande personaggio, col fratello Lelio, riunì nel palazzo una importante collezione di sculture e dipinti, comprendenti opere di Tiziano, Tintoretto, Annibale Carracci e Federico Zuccari.

Nel 1790, dopo aver cambiato più volte gli abitanti (Costanza Barberini Colonna, i Caracciolo, principi di Santobono), il palazzo venne acquistato, con altre case limitrofe, dal papa Pio VI Braschi, che voleva costruire una dimora per i nipoti adottivi Luigi e Romualdo Onesti, ai quali impose di assumere il proprio cognome, per evitare l’estinzione del casato.

Palazzo Orsini e case limitrofe furono dunque demolite ed il palazzo fu ricostruito sotto la direzione dell’architetto imolese Cosimo Morelli. Ma questa è un’altra storia…