La "Fons Olei" di Santa Maria in Trastevere

Ci avete mai fatto caso? Accanto alla chiesa di Santa Maria in Trastevere c'è un portone con la scritta: "Fons olei". Anche all'interno della chiesa c'è tale scritta, proprio nei pressi dell’altare!

Non tutti le notano quelle iscrizioni e, soprattutto, non tutti conoscono la storia incredibile dell’eruzione del “liquido misterioso” (olio? petrolio?) che la scritte sottendono e che, secondo la tradizione, fu all’origine di questa chiesa! Chiesa importantissima, peraltro…nonché uno dei primissimi luoghi di culto di Roma!

Vediamo un po' l’origine ed il significato della scritta! Tutto cominciò nel I secolo a.C. quando dal suolo, improvvisamente, eruttò…petrolio! O qualcosa del genere! 

Correva l’anno 38 a.C. e, in quel tempo, nel sito dell’attuale chiesa sorgeva una taberna meritoria, ossia una sorta di ospizio per i soldati in pensione. Bene, proprio qui sgorgò improvvisamente, e per un intero giorno e un'intera notte, un liquido oleoso. Olio? Petrolio? Non è dato saperlo ma sappiamo che ne uscì davvero un bel po’ e che esso si riversò poi nel Tevere.

Tutta la popolazione dette all’evento una spiegazione prodigiosa e l’interpretazione prevalente la valutò (fu quella di) un presagio per grandi eventi futuri. In effetti, questa era generalmente l'usanza del tempo, in casi come questi. Oltretutto, Roma era a quel tempo una città sempre maggiormente cosmopolita ed ognuno, a seconda della sua cultura, diede all’evento un’interpretazione: gli ebrei, ad esempio, interpretarono il fatto come un segnale dell’imminente arrivo del Messia e del fatto che la sua grazia si sarebbe estesa per il mondo, come si dice…”a macchia di olio”. In effetti, in ebraico, Messiah significa “l’unto del Signore” ed è da lì che deriva il valore simbolico dell’olio. In tempi successivi, anche la comunità cristiana si lasciò affascinare da quest’interpretazione e, siccome il Messia dei cristiani è Cristo (l’unto, in greco), considerarono il fatto come un annuncio della venuta di Cristo.

Per questo motivo il papa Callisto I (217-222) chiese ed ottenne dall’imperatore Alessandro Severo di poter costruire nel “sito miracoloso” un luogo di culto. Questo luogo di culto venne chiamato ‘Titulus Callixti’ e fu dedicato alla Vergine Maria: si trattò del primo sacrario a lei dedicato. Nel 340 questo venne trasformato in vera e propria basilica da papa Giulio I ed il luogo di culto fu dunque chiamato, da quel momento in poi, ‘Titulus Iulii’: era probabilmente la prima chiesa a Roma dove si celebrava la messa apertamente.

 

Esiste però anche un’altra spiegazione per interpretare il fenomeno della fons olei: e si collega con la presenza, nell’antichità, in questa zona, di una naumachia (ossia di una quelle gigantesche strutture che i romani creavano per essere inondate di acqua, per poter poi rappresentare battaglie navali). Era la celebre naumachia di Augusto, bacino artificiale che era alimentato dalle acque dell'acquedotto Alsietino (che captava le acque dalla zona del lago di Martignano, a circa 30km nord di Roma).

Forse in quel lontano 38 a.C. l’acquedotto ebbe una perdita, rilasciando una grande quantità di acqua...che, mischiandosi con la terra, si sarebbe poi sporcata e riversata nel suolo. Il termine “fons olei” potrebbe essere, quindi, nient’altro che una corruzione successiva di "fons olidus" ("fonte dell’acqua sporca"). Denominazione successiva e corrotta, insomma.

E poi c’è da considerare il fatto che l’acqua Alsietina non abbia mai avuto buona fama, dato che le sue acque erano limacciose e, pertanto, non potabili. In effetti, oltre che ad essere usata per le Naumachie, le sue acque si utilizzavano per irrigare gli orti di Cesare. Acqua sporca già di suo, insomma.

E poi si potrebbe considerare anche un’altra eventualità: magari l’acquedotto ebbe una perdita perché nella cantina della taberna meritoria caddero a terra diverse botti di olio, provocando la rottura del condotto dell’acqua e, quindi, la fuoriuscita delle sue acque; queste si sarebbero poi mescolate con olio e magari anche col vino, ‘sporcandosi’ così prima di arrivare sulle strade.

Ed ecco di nuovo l’acqua inquinata e sporca da vino ed olio oltre che di suo! Ed ecco, dunque, di nuovo l’acqua molto sporca…ed oleosa! E chissà che la corruzione in olei non sia stata che una magnificazione successiva dell’evento!

 

Quindi, ricapitolando e concludendo, è assolutamente plausibile che, in questo sito suggestivo, non ci sia mai stata nessuna eruzione di olio! E quindi, purtroppo, dobbiamo forse ritenere infondate le nostre illusioni di trovare il prezioso oro nero sotto uno dei nostri più bei rioni di Roma! Eppure chi potrà mai stabilirlo con certezza?! E se davvero avessero in quel tempo trovato un pozzo di petrolio?!???

Concludo segnalando che il luogo esatto dell’eruzione del ‘liquido misterioso’ sarebbe quello in corrispondenza della grata dove sopra vi è l’iscrizione nei pressi dell’altare, proprio sulle scale che si salgono per salire al presbiterio.

E poi un’ultima curiosità: la fons olei è anche raffigurata nei mosaici di Pietro Cavallini dell’abside, sotto alla rappresentazione della Natività.

Inoltre, nei pressi della chiesa sorge ‘Via Fonte d’Olio: essa, non a caso, sbocca proprio nella piazza di Santa Maria in Trastevere.