Materiali edilizi di Roma antica

Nella Roma antica si costruiva usando mattoni, travertino o scorie laviche (tufo, peperino, pozzolana). L'uso dei mattoni di argilla cotta è abbastanza recente e la sua diffusione si consolida nel secolo d.C. 
Il travertino, formatosi con il prosciugamento delle grandi lagune di acqua salata che un tempo coprivano il Lazio, è particolarmente abbondante nella zona di Tivoli. per questo i Romani lo chiamavano «pietra di Tivoli» (in latino lapis Tiburtinus). 
Era riservato agli edifici monumentali ed è diventato la pietra romana per eccellenza.
Il tufo ha origine dal depositarsi delle ceneri e dei frammenti di rocce eruttati dai vulcani. Anche il peperino e la pozzolana sono scorie laviche, pur sembrando materiali completamente diversi dal tufo: ma la loro differente consistenza dipende dai processi naturali avvenuti dopo che si depositarono al suolo.
I suoli di Roma sono quasi tutti di tipo tufaceo ed hanno fornito nei secoli materiale da costruzione a basso costo; sull'Aventino ancora all'inizio di questo secolo era attiva una cava di tufo. 
Un'altra pietra molto importante nella storia di Roma è il basalto: semplicemente lava raffreddata, molto povera di silicio (il minerale che costituisce la sabbia delle spiagge), piuttosto dura e di colore nerastro. I Romani lo squadravano in grossi blocchi (i basoli) e lo usavano per pavimentare le strade, specialmente quelle su cui passava il traffico principale, come la via Appia, che fu la prima via consolare a essere lastricata.