Il cannone del Gianicolo

Chi non ha mai sentito parlare del mitico "cannone del Gianicolo"?!? Mitico! Una delle innumerevoli 'chicche' di Roma, che la rendono una città unica!

Spara tutti i giorni a mezzogiorno, proprio sotto al celebre balcone-belvedere di Piazzale Garibaldi! (clicca qui approfondire)

È uno di quei posti di Roma dove si può godere di una grande emozione senza pagare e ammirando contemporaneamente il panorama più celebri le e tra i più sublimi e completi di Roma!

Molti magari la conoscono per la poesia di Checco Durante oppure ne hanno sempre solo sentito parlare e, prima dell’avvento dell'era dei video e dei social network, magari sempre e solo immaginato!

 

L'usanza nacque il 1 dicembre 1847 per volontà di papa Pio IX. Egli volle un segnale unico ed ufficiale per segnalare l'ora ufficiale. In effetti, prima di allora le campane dei campanili di Roma cominciavano a suonare non proprio allo stesso momento e, magari, non proprio al momento giusto!

E va sottolineato, a questo proposito, come l’orario di mezzogiorno fosse uno particolarmente importante, dato che segnava l’orario in cui i lavoratori romani potevano beneficiare della pausa del pranzo!

Dopo il colpo di cannone a salve le campane di Roma avevano dunque il ‘permesso’ di suonare!

 

Era, in effetti, una buona idea ed è per questo che tale usanza venne mantenuta anche con l'avvento del nuovo stato italiano.

Non tutti sanno però che il cannone non abbia sempre sparato dal Gianicolo! In effetti, nel 1903 si trasferì a Castel Sant’Angelo e poi a Monte Mario, dove oggi sorge l’hotel Hilton.

Dal 24 gennaio 1904 il cannone tornò stabilmente sul Gianicolo dove tutt’ora lo troviamo. Va detto che il “Belvedere del Gianicolo”/Piazzale Garibaldi era originariamente una sorta di ‘bastione sommitale’ delle mura bastionate del Gianicolo. Dunque, la collocazione del cannone qui è particolarmente appropriata e pertinente.

Durante la Seconda Guerra Mondiale, il cannone dovette inevitabilmente smettere di sparare e l’usanza venne ripristinata solo nel 1959 e più esattamente nella data simbolica del 21 aprile, cioè in occasione del 2712esimo anniversario della fondazione di Roma. Merito di questo gradito ritorno fu una petizione del famoso conduttore televisivo romano Mario Riva, e del Maestro Manzi.

Non sappiamo quale cannone venisse utilizzato prima dell'agosto 1904; da quest’anno in poi si cominciò ad utilizzare un cannone campale da 75 mm., impiegato dall'Artiglieria del Regno d'Italia per aprire la Breccia di Porta Pia (notare il simbolismo!).

Successivamente venne impiegato un obice da 149/13, preda bellica nientemeno che dell'Esercito Austro-Ungarico nella prima guerra mondiale. Questa era però montata sopra ad un affusto italiano. Le prede belliche austriache hanno sempre avuto un valore ed un significato particolare, dato che furono ‘occupanti’ del Nord Italia in epoca risorgimentale (clicca qui per le ancore del Ministero della Marina).

L’obice è un pezzo d'artiglieria intermedio fra il cannone e il mortaio, con tiro a traiettoria molto curva.

Dal 1 febbraio 1991 e fino ad oggi è, invece, in funzione un obice, che è, invece, composto dall’assemblaggio della bocca da fuoco da 105/22 su affusto di 88/27, entrambi impiegati durante la Seconda Guerra Mondiale.

Oggi il segnale per far sparare il cannone arriva via telefono, ma in passato in passato era stabilito dall’Osservatorio del Collegio Romano: si faceva cadere una sfera di vimini lungo un’asta posta sul tetto della chiesa di Sant'Ignazio. Quando la palla cadeva, il militare che la vedeva col binocolo dava il via per il colpo.

La squadra addetta al cannone del Gianicolo – quattro militari – è fornita interamente dal reggimento addestrativo del Comando Artiglieria.

Esiste un sistema di collegamenti telefonici e ottici tra il Campidoglio e il Gianicolo dei quali se ne occupa il Dipartimento XIII del Comune di Roma.

La classica cerimonia preceduta dal conto alla rovescia che termina con l’invocazione a Santa Barbara, protettrice degli artiglieri.

 

Al mitico cannone del Gianicolo è dedicata una bella poesia di Checco Durante.

St’usanza che pareva bella e morta

è tornata de moda ‘n’artra vorta.

Mo’ mezzogiorno a tutte le perzone

j’ariviè segnalato dar cannone.

 

Quanno lo sento penzo co’ la mente

na prejera che viene su dar core

e mormoro: Signore!

Fa ch’er cannone serva solamente

pe’ dì all’umanità

che sta arrivanno l’ora de magnà