Palazzo Spada

Palazzo Spada è uno dei palazzi più belli di Roma! Un vero gioiello, a due passi da Campo de’Fiori, nel cuore del rione Regola. Per qualche misteriosa ragione il palazzo è sconosciuto a molti, eppure si tratta di un edificio magnifico che, oltretutto, ospita una pregevole pinacoteca: la Galleria Spada.


In origine si chiamava Palazzo Capodiferro dato che la struttura originaria, risalente al 1540, fu costruita per volere del cardinale Girolamo Capodiferro, esponente di spicco di questa nobile famiglia romana. L’opera è attribuita a Giulio Merisi, Girolamo da Carpi e Giulio Mazzoni. Solo nel 1632 il palazzo fu venduto al cardinale Bernardino Spada, il quale incaricò Paolo Marucelli, Vincenzo della Greca e Francesco Borromini di ristrutturare il palazzo.


Palazzo Spada vi sorprenderà! Vi toglierà il fiato sin dal primo sguardo: rimarrete abbagliati dalla bellezza della sua raffinatissima decorazione in stucco che impreziosisce l’architettura già di per se notevole. È una vera festa per gli occhi!

Gli stucchi sono opera di Giulio Mazzoni (1556-60): al primo piano, otto nicchie coronate da timpano che si aprono tra le finestre, ospitano statue di antichi romani: da sinistra a destra Augusto, Cesare, Marcello, Numa, Romolo, Fabio Massimo, Gneo Pompeo, Traiano. Invece, il registro superiore è un tripudio di raffinatissime decorazioni: figure, festoni, medaglioni tra le finestre quadre creano un movimentato ed elegante. Al centro campeggia il grande stemma Spada retto da due Virtù. Sulla fascia superiore, invece, poggiano cariatidi e candelabri che reggono il sovrastante festone. Le finestre sono intervallate da specchiature con cornici a stucco contenenti iscrizioni relative alle statue del primo piano. La decorazione a stucco è presente anche sul prospetto che da su via del Polverone: fu fatta eseguire dal cardinale Spada e fu realizzata, molto probabilmente, da Francesco Borromini.

Ma il meglio il Palazzo lo offre entrando all'interno del cortile interno! L'edificio, oltre alla pinacoteca, ospita il Consiglio di Stato (dal 1927): in ogni caso, l'ingresso al cortile è libero: entrate pure senza patemi! Entrate però lentamente: in questo modo potrete gustare meglio l’emozione… un'emozione unica: infatti, anche all'interno troverete altri magnifici, leggiadri, raffinatissimi stucchi! Ne sarete circondati! Sarete come avvolti in una bianchissima, elegantissima corona di stucchi!
Anche questi sono opera del Mazzoni: triglifi, e metope decorano le arcatelle del portico con gli emblemi dei Capodiferro; le finestre del primo e del secondo piano, invece, poggiano su un fregio con la Centauromachia e la Caccia alle fiere. Anche qui nel cortile le finestre sono intervallate dalle suggestive nicchie contenenti statue: in questo caso si tratta di divinità formanti, in successione, coppie unite nella leggenda: Ercole e Onfale, Venere e Marte, Giove e Giunone, Plutone e Proserpina, Anfitrite e Nettuno, Minerva e Mercurio. Inoltre, stemmi sorretti da efebi al primo piano; chimere, satiri e figure alate reggenti festoni all’ammezzato.

Ora che siete al centro del cortile, dopo averlo abbracciato con uno sguardo generale, vi consiglio di alzare lentamente lo sguardo, partendo dal basso. Fidatevi: è una sensazione unica! La vostra visione diventerà sempre più magnifica!  Salendo, il vostro sguardo ammirerà inizialmente il colonnato, poi i due ordini di stucchi per culminare poi nella visione del cielo! Nelle giornate terse l'esperienza è trascendentale! Il contrasto tra il bianco del palazzo e l’azzurro del cielo suscita una sensazione magnifica! Altamente consigliata!

Eppure le sorprese non sono finite! Ora che avete interiorizzato questa meraviglia, preparatevi ad una nuova emozione! Volgete lo sguardo sulla sinistra (avendo il portone d'ingresso alle vostre spalle): noterete una grande vetrata dietro la quale è una biblioteca. In realtà, se osservate meglio, potrete notare che, sulla parete opposta, vi è un'altra grande vetrata che permette di osservare un piccolo giardino retrostante. 

Ed eccola la magnifica visione! Una galleria prospettica! Una delle innumerevoli sorprendenti creazioni di Francesco Borromini (ma il suo progetto è del padre agostiniano Giovanni Maria da Bitonto).

Si ha la sensazione di trovarsi di fronte ad una lunga galleria colonnata che conduce in un giardino ornato di siepi e statue (“Cortile degli Aranci”). In realtà la distanza tra l'ingresso (introdotto da due coppie di colonne tuscaniche binate) e il fondo del "giardino" è di poco più di 8 metri, ma si ha l'illusione che la piccola architettura sia lunga più del doppio (37 metri).

Tutto ciò è possibile grazie all'espediente di alzare gradualmente il pavimento e di diminuire contestualmente l'altezza delle colonne (la volta a botte si abbassa gradualmente). Oltretutto, la scultura che ne decora il fondo, pur apparendo a grandezza d'uomo, è in realtà piccolissima! È un raffinato monito verso l'illusiorieta della vita terrena.

La Galleria Prospettica venne commissionata a Borromini nel 1652 dal cardinale Bernardino Spada che aveva forti interessi nei riguardi dell'ottica e dei giochi prospettici.

Francesco Borromini, che rispose alle aspettative del cardinale Spada, era, d'altro canto, espertissimo in prospettiva e abituato a tener conto della visione e della percezione dei riguardanti anche nel progettare le sue architetture reali. (clicca qui per vedere come avviene lo stesso in San Carlo e Sant'Ivo).

Ultima sorpresa di questo magnifico palazzo è il giardino. Esso giunge sino a Via Giulia, esattamente come avviene con il vicino (e più famoso) Palazzo Farnese.

La pinacoteca ospita opere di Guido Reni, del Guercino, di Guido Reni, Parmigianino, Artemisia Gentileschi, Francesco Solimena...e molti altri! Vale davvero la pena visitare questa pinacoteca, non solo per le opere in sé: infatti, i quadri sono esposti secondo il gusto del XVII secolo, disposti sulle pareti in file successive, cornice contro cornice, con i quadri più piccoli in altro, sopra quelli più grandi. Oltretutto le opere della galleria sono in massima parte quelle che il cardinale Bernardino Spada collezionò nel corso della sua vita (la collezione fu accresciuta successivamente ma non di molto). Insomma, per questi motivi sopradetti avrete davvero l’esperienza di vedere la collezione così come la vedevano i contemporanei del cardinale Spada. Inizialmente potrete forse rimanere interdetti di fronte a questa disposizione ma avrete la esatta percezione di come fossero le pinacoteche seicentesche! (un altro esempio è visibile nella Galleria Pamphilij).

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