Roma nella letteratura

Roma in "Sorelle Materassi" di Aldo Palazzeschi

"Del viaggio a Roma era rimasto un ricordo di colonne: colonne fra colonne, colonne in fila; colonne che stanno su, colonne che stanno giù, rovesciate, colonne su colonne; mezze colonne, pezzi di colonne; colonne a sedere che si riposano, distese, malate, infermicce, tagliate a pezzi come le donne che si mettono dentro le valigie" (da "Sorelle Materassi" di Aldo Palazzeschi).
In effetti, è l'impressione che possono avere tutti i turisti a Roma....ma anche i Romani stessi!!!

La "dogana dei turisti" al Tempio di Antonino e Faustina ai tempi di Stendhal


Nelle "Passeggiate Romane" di Stendhal sono davvero tanti i brani in cui ci si può divertire imparando!  Ad esempio in questo, in cui l'autore sembra divertirsi a 'punzecchiare' gli inglesi che vengono descritti come non proprio signorili quando c'è da tirare fuori una sorta 'tassa di soggiorno turistica' ante litteram! 
"8 dicembre 1827 - Di solito i turisti maledicono i resti del tempio di Antonino Pio, sebbene queste undici colonne costituiscano forse la più bella rovina del genere, a Roma; ma vi hanno messo la dogana, dove è condotto al suo arrivo il povero turista; e basta che tre o quattro carrozze abbiano preceduto la vostra, magari piene d'Inglesi il cui spleen non si lascia sfuggire l'occasione per attaccar briga con i doganieri, ed ecco che la vostra attesa può benissimo prolungarsi per due o tre ore. Volete arrabbiarvi? That is the question.
No, l'orgoglio insopportabile degli Inglesi sarà per voi come l'ubriachezza di un ilota per uno Spartano; no, voi penserete a quella grande dose di pazienza che avete accumulata prima di venire in questo paese di piccole angherie e di piccoli despoti. Vi consiglio di abbordare un doganiere con aria sorridente, e di dargli un paolo (cinquantadue centesimi): commosso da tanta generosità, e dalla vostra allegria, si renderà utile al signor Francese, dato che questo nome, unito a quello di Napoleone, ha ancora un enorme prestigio in Italia.
Ah, se i nostri ministri sapessero sfruttare l'eredità di quel grande, distribuendo ai più meritevoli, come fece Luigi XIV, venti pensioni di cento luigi ciascuna e trenta decorazioni; quale influenza darebbero al re di Francia!"
(Stendhal, Passeggiate Romane, Garzanti, ediz. 2004, p. 136)
 

Petrarca nella Roma del tempo della Cattività Avignonese


Quando Petrarca venne a Roma per la prima volta nel 1337, trovò una città alquanto turbolenta. Del resto, erano quelli gli anni in cui il papato si era trasferito ad Avignone e le lotte tra fazioni nobiliari imperversavano spesso furibonde. Le parole del grande poeta sono alquanto indicative:
«Quì si sta sempre in sull'armi...Odi il notturno gridare delle scolte sulle mura; odi le voci che da ogni parte chiamano alle armi... non han nulla di sicuro gli abitatori di queste terre, nulla sentono in cuore di umano: sempre guerre e rivalità, odi e sentimenti infernali...».