I simboli paleocristiani

Il cristianesimo deriva dalla religione ebraica. Per questo motivo i cristiani non avevano inizialmente un' arte figurativa. Quando con Costantino la religione cristiana fu ammessa e furono costruiti i primi luoghi di culto pubblici, si dovette creare un' arte quasi improvvisamente: per questo motivo, alcuni simboli furono mutuati da quella classica pagana, ovviamente caricando i simboli di un significato totalmente cristiano.

Il pavone

Pavone ha una carne durissima (tanto che era difficile da masticare quando li si cucinava) e per questo motivo imputridisce a stento - poteva restare immutata anche per moltissimo tempo - ed era considerata dunque quasi incorruttibile.

Ecco dunque perché l'animale era considerato, già nell'arte pagana romana, simbolo di vita eterna. Inoltre, come è noto, questo animale perde le penne della coda in inverno per poi guadagnarle di nuovo in primavera. Simbolo di rinascita dunque! In definitiva, l'animale è simbolo di eternità, rinnovamento ed immortalità.

Nell'arte paleocristiana, pur rimanendo intrisi dello stesso significato simbolico, i pavoni sono anche raffigurati vicino a vasi, bevendone spesso il contenuto: diventano pertanto simbolo dell'anima che attinge benefici e salute immortale da Dio.

L'orante

L'orante è figura umana (di fatto sempre femminile) in gesto di preghiera: in piedi e con le braccia aperte verso il cielo, con palmi della mano verso l'esterno. La parola deriva dal latino orare, cioè pregare.

L'orante simboleggia l'anima e la certezza e la gioia di essere salvati. È la contemplazione di dio, dunque il raggiungimento di uno stato di perfezione nel paradiso. Infatti, l'anima è in preghiera davanti a Dio.

San Paolo dice: "voglio dunque che gli uomini preghino, dovunque si trovino, alzando al cielo mani pure" (1 Timoteo 2,8).

L'orante è quasi sempre femminile perché i greci ed i latini consideravano l'anima... femminile! A volte gli oranti sono maschili se è il ritratto del defunto del sarcofago. Il drappo dietro al defunto (in greco"parapetasma" identifica sempre il defunto).

LA VITE: "io sono la vite e voi i tralci" (Gv, 15,5).

 

PESCATORE: "Seguitemi vi farò pescatori di uomini " (MT 1, 17). Inoltre, è allusione alle anime che possono accogliere o rifiutare la la salvezza come dice Clemente Alessandrino: "Pescatore di uomini, di quelli che hai salvato dal mare del vizio; i pesci puri dall' onda avversa trai alla vita amabile" (Inno a Cristo Salvatore, in Pedagogo, 23-29).