Parco dei Martiri del Forte Bravetta

Da qualche anno è a disposizione dei romani un nuovo parco, veramente molto particolare: quello del Forte Bravetta!

Come potete dedurre dal nome, il parco è ricavato nel dismesso Forte Bravetta, una delle 15 incredibili fortezze che circondano e costellano Roma. In epoca fascista il sito fu famigerato; oggi, invece, dopo la conversione a parco pubblico, è diventato un luogo assai ameno.

Dicevamo del suo essere stato durante l’epoca fascista un luogo fosco: in effetti, per 13 anni, dal 1932 al 1945, il Forte fu il luogo delle esecuzioni capitali a Roma. In totale furono 119: 37 fino all’8 settembre 1943; 69 durante l’occupazione nazista e 13 dopo la Liberazione. Le persone giustiziate durante l’occupazione nazista erano quasi tutte accusate di fare parte delle formazioni partigiane operanti a Roma e nel Lazio. Per tutti questi motivi questo sito è uno dei luoghi simbolo della Resistenza romana, al pari degli uffici e del carcere di via Tasso e delle Fosse Ardeatine.

Ma prima di tutto ciò, il Forte Bravetta era un forte come tutti gli altri. Ma cos’erano esattamente questi forti? E quale era la loro funzione? Quante volte ci siamo passati davanti nella nostra vita! Senza magari porci il problema.

I forti erano un complesso di fortezze site a poca distanza da Roma, ubicate sulle principali vie di accesso alla città. Era un vero e proprio sistema difensivo, razionale ed organizzato, per difendere la neonata capitale del Regno d’Italia; il suo nome ufficiale era “Campo trincerato”.

Questo sistema di Forti fu costruito tra 1877 e 1891, inizialmente come deterrente contro una possibile invasione francese (e di altre potenze, soprattutto quelle cattoliche) volta a restaurare la sovranità del Papa. E poi, ovviamente, in generale, per la difesa della capitale del Regno d’Italia. Ma come mai per difendere la città fu necessario un sistema tanto complesso e tanto dispendioso? Il fatto è che, con l’avanzamento tecnologico delle artiglierie, le mura erano diventate superate - anzi, totalmente inutili - e per garantire la difesa di una città era necessario costruire dei forti sulle principali vie di accesso. Forti con mura rinforzate, poderosissime e bastionate; dalle quali si poteva sparare con artiglierie pesanti per bloccare le invasioni.

Il Forte Bravetta fu uno dei primi ad essere realizzati; fu costruito tra dicembre 1877 e gennaio 1883. Si trova a circa 3 km di distanza dalle Mura Gianicolensi, a 3,7 km dalle antiche Mura Aureliane ed, oltre alla funzione primaria di bloccare le invasioni verso Roma, aveva anche lo scopo di controllare e difendere la porzione sud-occidentale dell’Agro Romano.

I militari si recavano al Forte solo in caso di necessità e durante le esercitazioni; il presidio fisso dell’opera era garantito dal Guardiano del Forte che risiedeva nell’omonimo casolare tuttora esistente.

Tutti i Forti, compreso quello Bravetta, caddero presto in disuso a causa dell'eccessiva vicinanza alla città che si espandeva velocemente e dell'ulteriore evoluzione delle tecniche balistiche e delle strategie militari. Ecco perché, con Regio Decreto n. 2179 del 9 ottobre 1919, il Ministero della Guerra radiò tutti i forti dal novero di fortificazioni dello Stato, trasformandoli quasi tutti in depositi militari e caserme, molti dei quali oggi ancora esistenti ed operativi.

Forte Bravetta, oltre ad essere deposito, fu anche poligono di tiro dell’esercito e distaccamento del 7’ Gruppo Artiglieria Contraerei. E poi, come detto, luogo di esecuzione delle esecuzioni capitali. In seguito fu utilizzata come polveriera.

Negli anni Sessanta si cominciò a ripensare totalmente l’utilizzo dei forti. Con l’elaborazione del Piano Regolatore del 1962 si arrivò a definire una funzione civile permanente di essi, e si destinarono quasi tutti a Parco Pubblico. Tra il dire ed il fare, però, c’è stato (e c’è tuttora!) il mare: non è mai facile spostare le basi militari e, com’è intuibile, un importante ostacolo sono i costi di bonifica e di recupero.

Ecco perché, nel caso del Forte Bravetta, esso è stato dismesso solo nel 2007 per essere poi consegnato a Roma Capitale nel 2009. Nel 2011 il parco è stato stabilmente aperto al pubblico ed intitolato ai Martiri del Forte Bravetta. Un monumento con i nomi dei giustiziati si trova proprio all’ingresso. Il Forte è vincolato ai sensi del Codice dei Beni Culturali con D.M. 28/04/2008.

Una delle tante ‘chicche’ del parco è la possibilità di vedere da molto vicino le postazioni sopraelevate di controllo (“torrette di avvistamento”): affascinanti e buffe al tempo stesso, mi ricordano un po’ quelle di controllo del muro di Berlino. I più temerari e coraggiosi possono anche salire ed entrarci dentro!

Altre ‘chicche’ sono il ponte levatoio ancora conservato (una rarità) così come, unico esempio tra i forti insieme al Forte Appia, il rivellino esterno al forte. Il rivellino è ben visibile e ci si può fare una buona idea riguardo la sua potenza!

Per entrare all’interno del forte tardo-ottocentesco vero e proprio bisogna prenotare la visita guidata. Comunque, anche solo girare intorno al forte, rimanendo nel parco vero e proprio, è molto divertente ed elettrizzante. Si può passare vicino alle torrette di avvistamento, alle recinzioni, agli ‘sfiatatoi’ (che presumibilmente hanno sotto cunicoli e stanze sotterranee), oltre che ai magazzini delle munizioni e del materiale di artiglieria.

Qualcosa del genere lo si può provare anche a Monte Antenne ma qui è diverso: si può davvero camminare a ridosso della fortezza e si può veramente quasi respirare l’aria e l’atmosfera militaresca! Sembra quasi di sentire le urla dei comandanti e il rumore dei mezzi e delle armi!

E poi ci sono le magnifiche viste sulla Riserva Naturale della Valle dei Casali! Una delle Riserve Naturali più belle della città, anche se, purtroppo, oggi ancora non fruibile dal pubblico! Per quanto incredibile possa sembrare, solo da qui, dal parco (che sorge proprio a ridosso di esso), si possono godere ampie viste sulla Riserva, nonostante essa si estenda su 466 ettari! Incredibile ma vero, altrove questa possibilità è sempre negata! Insomma, c’è davvero una doppia motivazione per venire in questo bel parco! Oltretutto, la vista giunge fino all’Eur: si vede distintamente il ‘cupolone’ della chiesa dei Ss. Pietro e Paolo, oltre al Palazzo della Civiltà Romana e i nuovi grattacieli.

Magari questo del Forte può essere il primo passo per finalmente rendere fruibile tutta la riserva!

Veramente splendida e suggestiva la vista, poi, sul Complesso del Buon Pastore e sulla chiesa di Santa Chiara a Villa York! Vista che, oltretutto, è possibile godere dal magnifico boschetto sul lato posteriore del Forte! Gradevolissimo soprattutto d’estate!