Torre della Scimmia

La Torre della scimmia si trova in via dei Portoghesi 18. La via prende il nome dalla chiesa nazionale porghese (che si vede nella foto a destra).

Ma la torre, invece, perché ha questo nome particolare? Lo vedremo presto: c'è una leggenda che racconta di una scimmia che visse qui molto tempo fa! La torre è dotata di quattro piani, è coronata da beccatelli ed ha sulla sommità una immagine della Madonna, sempre illuminata.


La torre fu costruita dai Frangipane intorno al X secolo. E qui - ma certamente in una costruzione annessa o limitrofa, dato che queste torri nel medioevo erano utilizzate per scopi difensivi o per estrema ratio - sarebbe nato nel 1040 Oddone Frangipane, celebre membro della famiglia baronale romana ed anche uno dei santi più celebri del medievo romano, per via del suo spirito caritatevole).

Ma come la vediamo oggi la torre è il risultato di interventi successivi, soprattutto nel Quattrocento, quando assunse sostanzialmente l'aspetto odierno (i beccatelli sulla sommità, ad esempio). Qualche altro intervento lo subì anche nel Cinquecento quando fu anche inglobata nel palazzo che vediamo oggi. Le precedenti costruzioni medievali annesse alla torre sono scomparse o non più visibili

Vi furono, infatti, come di consueto molti rimaneggiamenti e passaggi di proprietà. Il complesso, infatti, appartenne al Convento di S. Agostino e, nel 1514, gli Agostiniani concessero in enfiteusi perpetua l'edificio alla famiglia Dolce. In seguiti, una rappresentante di questa famiglia, Modesta, sposò uno Scapucci e la proprietà immobiliare passò a questa famiglia. Gaspare Scapucci fece rinnovare e ampliare il palazzo con architettura di Giovanni Fontana, tra la fine del '500 e i primi del '600.

Ma torniamo ora al nome della Torre e alla storia leggendaria della scimmia che qui visse un tempo.
Si narra che la famiglia che qui viveva (verosmilmente quella Scapucci) possedesse una scimmia di nome Hilda. Era una scimmia parzialmente addomesticata che, nonostante qualche birboneria occasionale, si comportava sempre bene ed era sostanzialmente brava. Questa scimmia pare avesse la particolarità di imitare alcuni comportamenti degli umani che vedeva. Ad esempio, imitava gli uomini che vedeva farsi la barba. E guardava sempre con grande interesse la balia quando si prendeva cura del neonato, il nuovo membro della famiglia.

Ma ecco che un giorno la scimmia, calandosi fin troppo nei panni della balia, 'rapì' il neonato e lo portò sulla sommità della torre. Si scatenò subito il panico e molte persone si radunarono in strada, assieme ai familiari spaventati. Tutti erano terrorizzati dall'idea che il neonato potesse cadere nel vuoto.
Il padre allora si affidò alla Madonna e fece un voto: se la Vergine avesse salvato il bambino lui, in segno di riconoscenza, avrebbe acceso un lume in suo onore. Ed ecco che la scimmia immediatamente riportò giù il neonato, sano e salvo!
(Secondo un'altra versione il padre, venuto a sapere del dramma, accorse in fretta alla torre e fece il fischio con cui egli abitualmente richiamava la scimmia Hilda).

In seguito all'avvenimento miracoloso il padre suggellò il voto, facendo collocare sulla sommità della torre una statua della Madonna con annesso lume, sempre acceso.

Ma le curiosità non sono finite: si narra che sia sempre esistita - ed esista ancora oggi - una speciale clausola, voluta dal padre del neonato. Essa imporrebbe anche ai proprietari futuri della torre di garantire l'illuminazione perpetua dell'immagine della Madonna...pena l'annullamento del contratto di proprietà! 

In effetti, io non ho mai visto quella luce spenta! E voi?


Questa vicenda è stata narrata da Nathaniel Hawthorne nel suo "French and italian notebooks" e in "The marble faun". Hawthorne, infatti, chiama la torre anche "Hilda's tower" . Egli risiedette in Italia tra 1857-58.
 

Giggi Zanazzo, invece, la racconta così:

"Sto palazzo sta a vyia de S. Antonino de Portoghesi: si cee fate caso, la notte su in cima a la torre der palazzo, ce sta ssernpre acceso u' llume davanti a 'na Madonna. Mo' vve dico er perchè.

Dice che ttanto tempo fa, Ili cciabbitaveno certi signori che tieneveno pe' ccasa una scimmiaccia. 'Sta scimmia, come ce ll'hanno pe' vvizzio, rifaceva tutto quello che ffaceveno li padroni.

Si, ppresempio, vedeva er padrone fasse la bbarba, quanno lui aveva finito, annava lei de llà in. cammera e sse faceva la bbarba puro llei, e accusì vvia discurenno.

Dice, che 'sta scimmiaccia stava ogni sempre a gguarda' la bbalia quanno sfasciava e arinfasciava la cratura de la signora, e nun se sa che averebbe pagato pe' sfascialla puro lei e spupazzalla! E nun te dubbità, che una vorta che li padroni uscirno assieme a la bbalia, e llassorno la cratura a ddormi, figurateve si la Scimmia nun ce vorse prova. Defatti agnede a la cunnola se prese in braccio er pupo o la pupa che ssia, se prese er canestrello de l'infascio, e ppe' nun esse disturbata, indovinate s'indove se n'agnede? Propio in cima in cima e se messe a ssede in pizzo in pizzo ar cantone de la torre. Elli, come si ffusse stata a ssede in portrona principiò a sfascia' e arinfascia' la cratura, manco si sse fusse trattato de 'na pupazza.
Figurateve le pene e le smagne de la povera madre, quanno in der tornà' a ccasa e in de l'arzà' cche ffece l'occhi su pper aria, te vidde quer tibbi de funzione! Nu' je prese un sarvognóne, perchè Ddio nun vorse. Fece li scalini de casa a quattro a quattro, sali ssu a ccasa, e ppe' nu' spaventà' la scimmia, se messe in ginocchio davanti a la Madonna, e je fece er voto, che si la scimmia, j'ariportava drento casa la cratura sana e ssarva, lei in quer posto 'medemo indove stava la scimmia co' la cratura, ciaverebbe fatto fa' un artarino a la Madonna co na lampena accesa tutta la notte.
Defatti la Madonna bbenedetta l'esavudi, e dda quer giorno in poi llassù, in pizzo a la torre der palazzo, ce se vede incora un' immaggina indove tutte le notte ce stà sempre u' llume acceso
."