Ponte Sisto

Ponte Sisto è uno dei ponti più belli di Roma e chissà quante volte lo abbiamo attraversato durante le nostre indimenticabili passeggiate romane. Personalmente adoro soprattutto la vista che si ha sul Gianicolo nonché quella sul cupolone di San Pietro!

Può forse sembrare incredibile ma ponte Sisto è stato il primo ponte costruito a Roma dopo la caduta dell'impero romano. E, considerando che risale al 1473-79 (fu costruito per ordine di papa Sisto IV) e che fino all’Ottocento non ne vennero costruiti altri, ce n’è davvero abbastanza per rimanere colpiti!

Oltretutto, all’epoca della sua costruzione, erano solo due i guadi sul Tevere: gli unici ponti esistenti erano, infatti, i due dell’Isola Tiberina (Cestio e Fabricio) e Ponte Sant’Angelo. In effetti, ponte Sisto è stato costruito anche e soprattutto in vista del giubileo del 1475, con l’idea di non far andare in ‘sovraccarico’ il Ponte Sant’Angelo con il flusso di pellegrini diretti verso la Basilica di San Pietro. Effettivamente, durante il giubileo del 1450, a causa del sovraffollamento, era avvenuta una tragedia: una mula si era imbizzarrita e molte persone erano morte nella calca mentre altre caddero nel Tevere.

Il ponte sarà poi in effetti utilizzabile per quel giubileo anche se verrà definitivamente completato solo nel 1479. L’architetto è tradizionalmente identificato in Baccio Pontelli (Vasari glielo attribuisce direttamente) ma tale teoria è oggi sostanzialmente superata, dato che egli era troppo giovane ai tempi e che probabilmente arrivò a Roma solo dopo. L’architetto, quindi, è da considerarsi anonimo.

A dire il vero si trattò di una ricostruzione, dato che preesisteva un ponte romano, originariamente costruito da Agrippa, intorno al 12 a.C. e poi più volte rimaneggiato. Tale ponte crollò causa di una piena nel 791 e fu successivamente chiamato "ponte rotto".

Prima della ricostruzione si attraversava il fiume in questo punto grazie ad un traghetto.

Fu costruito ispirandosi ai ponti romani: è costituito di blocchi di tufo e rivestito di travertino.

I fondi vennero da un lascito ai Domenicani di S. Maria Sopra Minerva elargito dal cardinale Juan de Torquemada che era stato un importante teologo. Niente però ricorda o attesta questo fatto nel ponte. Le due iscrizioni, composte da Bartolomeo Platina, insigne bibliotecario del papa ed autore di una celebre raccolta di biografie di papi, infatti, recitano:

“Sisto IV, pontefice massimo, a utilità del popolo romano e della moltitudine  dei pellegrini che parteciperà al Giubileo questo ponte, che a buon diritto chiamavano ‘Rotto’, rifece dalle fondamenta con grande cura e spesa volle che dal suo nome fosse denominato Sisto”.

“1475. Tu che passi per merito di Sisto IV, prega il Signore che ci conservi lungamente e in buona salute il pontefice ottimo massimo. Vai in pace chiunque tu sia dopo che avrai recitato questa preghiera”.

Le iscrizioni non sono le originali: sono state asportate per ragioni conservative ma non hanno ancora trovato una degna sistemazione; quelle che si vedono sono copie.

Il ponte non fu costruito proprio perfettamente ed ebbe sempre problemi strutturali (del resto, è anche vero che il Tevere non è mai stato clemente con nessuno!). Fu restaurato nel 1575 da Matteo da Castello e poi anche nel 1598.

Nel Seicento, quando papa Paolo V fece costruire l'acquedotto Paolo (l'"Acqua Paola", che porta l'acqua da Bracciano a Roma), le tubazioni furono fatte passare sotto il manto stradale del ponte. Sono tutt'ora lì e grazie ad esse l'acqua giunge alle fontane del Rione Regola, tra cui soprattutto quelle di Piazza Farnese.

Durante i lavori di costruzione dei Muraglioni del Lungotevere (1877 - 78) il ponte rischiò la demolizione. Erano tempi in cui, purtroppo, troppo spesso le vestigia del passato venivano considerate come ostacoli o comunque fastidiosi impedimenti alla moderna viabilità cittadina. Alla fine il ponte si salvò ma venne molto alterato d’aspetto (per non dire svilito e umiliato): per renderlo meglio e più ‘modernamente percorribile’ gli vennero aggiunti due marciapiedi pensili in ghisa (poggianti su enormi mensoloni) e dei parapetti traforati a losanghe. Venne ampliato fino a 11m. I lavori di ampliamento terminarono nel 1877.

I restauri per il giubileo del 2000 lo hanno poi liberato da queste sovrastrutture ottocentesche ed hanno, pertanto, sostanzialmente restituito l’aspetto rinascimentale al ponte. Ciò soprattutto grazie alla realizzazione dei nuovi parapetti che ripropongono l’alternanza cortina laterizia - pilastrino in travertino di cui si conservano ancora alcuni lacerti originali.

Attualmente, il ponte è lungo 108 metri e largo 11.

Per concludere, possiamo sottolineare che uno degli elementi che da sempre caratterizzano ponte Sisto è però soprattutto il grande oculo che si trova al centro del ponte. Potrei stare ore a guardarlo e probabilmente anche voi l'avrete sempre notato! Non tutti lo sanno ma moltissimi di romani di ogni epoca hanno spesso guardato con trepidazione quell'oculo: il fatto è che esso aveva soprattutto una funzione pratica!

Come potrete immaginare, serviva principalmente a scaricare la pressione dell'acqua (proprio come una valvola di sfogo), per rendere il ponte più leggero e resistente in caso di piene. Ma esso era, nel contempo, un utile e semplice indicatore visuale, un indicatore di potenziale pericolo per il resto della città. Diventava, infatti, un vero e proprio idrometro: se l'acqua raggiungeva il bordo inferiore dell'oculo era un segnale per un serio rischio di esondazione del fiume!