Riserva Naturale Tenuta dei Massimi

Il quadrante periferico sud-ovest di Roma è rimasto ancora in gran parte allo stato naturale. E' un meraviglioso polmone verde che esiste tuttora anche grazie alla Riserva Naturale Tenuta dei Massimi.

Grazie alla Riserva questo è uno dei pochi tratti di periferia romana dove le abitazioni ed i quartieri non giungono compatti fino al Grande Raccordo Anulare. Infatti, se percorrete il GRA tra la via Ostiense e la via Aurelia ammirerete solo bellissimo verde e campagna amena. Ma, ovviamente, per godere davvero di questi paesaggi meravigliosi dovete percorrere altre strade, più strette e a misura d'uomo e di emozione. Più precisamente, le vie per godersi questa meraviglia sono, innanzi tutto, "l'infilata" costituita da via di Brava, via di Ponte Pisano e di via del Fosso della Magliana. Esse permettono di "visitare" e ammirare la Riserva Naturale longitudinalmente.

In attesa che le istituzioni finalmente rendano pienamente fruibile la Riserva con sentieri e strutture, percorrere queste strade rimane il modo migliore per apprezzare la natura e rifarsi gli occhi e cullare l'anima! Eh sì, perché, per quanto incredibile possa sembrare, la Riserva, dopo la sua istituzione, non ha mai conosciuto interventi che la creassero effettivamente fruibile dalla collettività e dagli appassionati di trekking e camminata. Non esistono sentieri.

Altra via da percorrere per godere della natura e per farsi una buona idea è la via Portuense, il tratto tra Corviale ed il Grande Raccordo Anulare.

I suoi 774 ettari permettono ancora di apprezzare com'era (e com'è tutt'ora) la Campagna Romana, caratterizzata da abbastanza ampie aree pianeggianti, occupate prevalentemente da terreni coltivati (56%) e da pascoli che si alternano a dolci colline. Ma ci sono poi anche valli laterali più piccole dove sui versanti ci sono spesso bellissimi boschetti sempreverdi. Ad esempio, ci sono magnifici boschi di cerro e di querce di sughero. Spiccano la cerreta del Bosco Somaini, con i suoi 30 ettari, e la Sughereta della Pisana, la più vasta dei dintorni di Roma, con i suoi 40 ettari.

Grande protagonista del paesaggio è però anche e soprattutto il Fosso della Magliana! Esso scorre di qui ed impreziosisce e nutre la valle (offrendo anche e soprattutto un amabile habitat per uccelli e anfibi). Nasce nel quadrante nord-occidentale della città - in zona Palmarola - e, dopo un corso di 19 chilometri si getta nel Tevere all'altezza del viadotto della Magliana.Il suo fondovalle in questa zona, tra la via della Pisana e la foce, è insolitamente ampio rispetto alle altre valli dell’Agro. Ciò conferisce al paesaggio un aspetto ancor più ameno e sereno.

Vivono qui la volpe, il gheppio, il nibbio bruno, il picchio rosso maggiore ed il barbagianni e anche il tasso. Nelle zone umide vive il rospo comune e smeraldino, la rana verde e la raganella italiana ma anche il tritone crestati e punteggiato.

Nel Rinascimento il fiorire di ville urbane favorì l’insediamento delle “vigne”, l’orto romano dove si coltivavano frutta, verdure in quantità, cereali.

Purtroppo, però, nei secoli successivi la malaria provocò lo spopolamento di parte della campagna, e solo sulle zone più alte continuarono ad essere costruite ville suburbane quali luoghi di villeggiatura. 

La struttura del latifondo è rimasta inalterata fino ai nostri giorni così come è rimasto invariato l’uso agricolo.

 

La Tenuta Somaini

Interessante emergenza della Riserva è la Tenuta Somaini. Si tratta di una proprietà fondiaria di 600 ettari, estesa sui due lati della Via Portuense a ridosso del Grande Raccordo Anulare.

Fu fondata tra il 1922 e il 1930 nell’ambito delle iniziative per la bonifica dell’Agro Romano, con il sostegno del regime fascista.

Il nucleo di colonizzatori era costituito da 90 famiglie, tutte provenienti da paesi poverissimi del Veneto (così come avvenne nell'Agro Pontino). Costituirono una tenuta agraria, un’impresa agraria di tipo corporativo, dedicnadosi principalmente ad attività di coltura di grano ed ortaggi ma anche all’allevamento di bovini, da carne e da latte. L’azienda era, inoltre, fornitrice della Centrale del latte di Roma.

Successivamente, nell’area ci si dedicò anche all’estrazione della breccia in cave a cielo aperto.

Il nucleo abitato si sviluppa su case coloniche ed edifici comunitari (stalle, fienili, capannoni, silos), disposti sui due lati della via Portuense.

L’Azienda si sciolse nel 1954 e successivamente i caseggiati cambiarono completamente destinazione d’uso. Oggi  o miniappartamenti di lusso...

Non mancano gli edifici amministrativi e di servizio, compresa la scuola ed una graziosa chiesetta dedicata a San Francesco Saverio. Questi coloni vivono pertanto in una piccola comunità indipendente ed autonoma, con tutto ciò di cui hanno bisogno e, pur avendo il centro di Roma non lontanissimo, mantengono a lungo costumi e tradizioni dei paesi d’origine, e soprattutto il dialetto veneto.

Dopo alcuni passaggi di proprietà, il grosso degli edifici appartiene oggi ad una compagnia assicurativa. Dai casali sono stati ricavati miniappartamenti di grande pregio.

La tenuta sorge nei pressi del Castello dei Massimi che appartenne ai Riario, ai Massimo e ai Lancellotti.

  • Il Castello dei Massimi